Questa versione di libro con pagine è un po' obsoleta ma la conservo per ragioni storiche e come esempio su come vanno fatti certi trucchi in javascript...
In rete: http://www.elegio.it/javascript/libro-con-pagine.xhtml

Informazioni generali

Questo è un esempio di libro composto da un certo numero di pagine.

Ho usato, come marca contenitrice dell'intera pagina, la marca <table> ma non l'ho centrata per cui la tabella viene giustificata completamente a sinistra anche se la lunghezza di ogni riga viene controllata dalla marca <table> tramite l'attributo width="636".

Come funziona ?

Questo è una pagina XHTML ossia è una pagina XML in cui alcune marche hanno proprietà grafiche analoghe a quelle possedute dalle omonime marche dei documenti HTML.
Questo documento sfrutta la creatività permessa dai file XML in cui è lecito inventarsi marche a piacere secondo le proprie necessità.
Invece di utilizzare marche già usate in HTML ho quindi utilizzato due marche italianissime ossia <documento> e <pagina> mentre la visualizzazione la piloto usando le marche standard dell' XHTML ossia dell' HTML.
La marca <documento> viene usata dalle istruzioni ECMAScript solo per essere individuata grazie al suo attributo identificativo id="tabella" mentre le varie marche di nome <pagina> debbono essere o visibili singolarmente o tutte assieme e dunque a loro ho dato, di default, l'attributo style="display:none". Ci penseranno poi le istruzioni ECMAScript a cambiare il valore dell'attributo style facendolo diventare, quando occorre, style="display:block".
Impostato in questo modo l'intero documento, ho scritto alcune pagine preliminari in cui mostro i pro e i contro del popolare l'interno di ciascuna pagina usando le due marche standard dell'HTML <div> e <table>. Guardare dunque le pagine immediatamente successive a queste e leggere anche le pagine seguenti che sono vari esempi di come si può popolare l'interno di ciascuna pagina.

Seconda pagina

Questa sarebbe la prima pagina dopo quella delle informazioni generali.
Notare che in questa pagina l'intera pagina è centrata sulla finestra ma il testo è giustificato NON al lato sinistro della finestra...
Spiego poi il perché ha luogo questo effetto grafico...

Terzo testo

con seconda riga
ma anche con terza ( pagina 2).
Qui ho usato come cornice una marca <div> ma avendole dato l'attributo style="text-align:left" il risultato è che l'intero testo viene giustificato COMPLETANENTE a sinistra e non entro i limiti della marca contenitrice.

Quarta pagina

Qui ho usato come marca contenitrice globale di questa pagina una marca <table> ottenendo l'effetto che la direttiva left delle marche contenute indicano il lato sinistro della marca contenitrice. In altre parole...
Questo testo deve stare entro i margini della tabella
in modo che ad ogni cambio di riga, come ho appena fatto, il testo sia giustificato nello stesso modo DENTRO I CONFINI DELLA TABELLA...
come dovrei constatare qui...

Cella 5

Un esempio di grafica vettoriale SVG.

Varie forme elementari Riquadro ed altro... Schema base Adattabile in base alle esigenze G.Bottoni 6/luglio/2011

Le marche usate sono le seguenti

<svg 
xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" 
xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink"
width="400" height="500" viewBox="0 0 962 1202">
<style type="text/css">
  /* <![CDATA[ */
   text.base {fill:navy;font-size:16;font-family:verdana}
  /* ]]> */
</style>
   <title>Varie forme elementari</title>
   <desc>Riquadro ed altro...</desc>
   <rect x="1" y="1" width="960" height="1200" 
           style="fill:none; stroke:black; stroke-width:2" />

   <a xlink:href="http://www.elegio.it/svg" >
   <text id="testo" y="50" class="base" >
   <tspan x="50" dy="0" >Schema base</tspan>
   <tspan x="50" dy="20" >Adattabile in base alle esigenze</tspan>
   <tspan x="50" dy="20" >G.Bottoni 6/luglio/2011</tspan>
   </text>
   </a>
   <ellipse cx="500" cy="300" rx="280" ry="160" 
    style="fill:red; stroke:blue"
    transform="rotate(20,500,300)" /> 
    <ellipse cx="500" cy="300" rx="280" ry="160" 
    style="fill:none;stroke:black;stroke-width:2" />
<defs>
  <symbol id="tondo1">
   <circle cx="185" cy="185"  r="180"  
       style="fill:none;stroke:black;stroke-width:4" /> 
   <circle cx="185" cy="185"  r="100"  
       style="fill:silver;stroke:black;stroke-width:2" /> 
 </symbol>
</defs>
<use x="300" y="10" xlink:href="#tondo1" />
<use x="300" y="310" xlink:href="#tondo1" />
<use x="300" y="610" xlink:href="#tondo1" />
<use x="300" y="910" xlink:href="#tondo1" />

</svg>

Cella 6: impratichirsi a realizzare archi ellittici

Varie forme elementari Riquadro ed altro... Schema base Adattabile in base alle esigenze G.Bottoni 6/luglio/2011 Il comando è: "a rx,ry rot pg op xf,yf" dove xf,yf rappresenta il punto finale rx,ry il punto di controllo, pg il selettore ( 0 o 1 ) ed op è l'indice di opzione di percorrenza ( 0 o 1 ). Si constata che rx,ry e rot non dipendono dagli estremi del segmento ma dal sistema generale di coordinate ossia rx è il semiasse dell'ellisse lungo l'asse x,ry il semiasse lungo l'asse y e rot indica l'angolo di rotazione da dare alla coppia di assi ortogonali dell'ellisse. A questo punto entrano in gioco i due indici che valgono 0 o 1.

Le marche usate sono le seguenti

<svg 
xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" 
xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink"
width="400" height="500" viewBox="0 0 962 1202">
<style type="text/css">
  /* <![CDATA[ */
   text.base {fill:navy;font-size:16;font-family:verdana}
  /* ]]> */
</style>
   <title>Varie forme elementari</title>
   <desc>Riquadro ed altro...</desc>
   <rect x="1" y="1" width="960" height="1200" 
           style="fill:none; stroke:black; stroke-width:2" />

   <a xlink:href="http://www.elegio.it/svg" >
<text id="testo" y="50" class="base" >
   <tspan x="50" dy="0" >Schema base</tspan>
   <tspan x="50" dy="20" >Adattabile in base alle esigenze</tspan>
   <tspan x="50" dy="20" >G.Bottoni 6/luglio/2011</tspan>
   </text>
   </a>
<!-- Importante ricordare:
La curva arco ellittico ha un punto di controllo e tre parametri.
L'arco viene tracciato dal punto iniziale che è il punto
a cui è arrivata la curva, al punto finale che va specificato
come ultimo dato.
Il punto di controllo è la coppia di semiassi dell'ellisse
e se sono uguali l'ellisse è un cerchio.
I tre parametri sono l'angolo di rotazione degli assi dell'ellisse
e due indici che possono valere solo 0 o 1 e servono per determinare
quale usare dei quattro modi possibili per collegare gli
estremi dell'arco (il punto iniziale col punto finale).
Il comando e' dunque:

      a rx,ry rot pg,op xf,yf

La a è l'iniziale di "arco". 
-->

<path style="fill:none;stroke:red;stroke-width:5"
 d="M 360 800   a  400  200  30  1  1  250  50
    m -250 -50  a  400  200  20  1  1  250  50
    m -250 -50  a  400  200  10  1  1  250  50
    m -250 -50  a  400 200    0  1  1  250  50
    m -250 -50  a  400 200  -10  1  1  250  50
    m -250 -50  a  400  200 -90  1  1  250  50" />

<text y="1050" >
<tspan  x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" >
Il comando è:  "a rx,ry rot pg op xf,yf" dove xf,yf rappresenta il punto finale
 rx,ry il punto di controllo, pg il selettore ( 0 o 1 )</tspan>
<tspan  x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" >
ed op è l'indice di opzione di percorrenza ( 0 o 1 ).</tspan>
<tspan  x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" >
Si constata che rx,ry e rot non dipendono dagli estremi del segmento ma dal
 sistema generale di coordinate ossia</tspan>
<tspan  x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" >
rx è il semiasse dell'ellisse lungo l'asse x,ry il semiasse lungo l'asse y e
 rot indica l'angolo di rotazione da dare</tspan>
<tspan  x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" >
alla coppia di assi ortogonali dell'ellisse. A questo punto entrano in gioco
 i due indici che valgono 0 o 1.</tspan>
</text>

</svg>

Cella 7: Costruzione del pentagono

Costruzione di un pentagono G.Bottoni 9/febbraio/2005 LM = OM AM = NM AN = AB = AC = BD = CE L M O N A B C D E

Cella 8 : Equazioni di Maxwell in spazi curvi

Giampaolo Bottoni: 20090424
In rete: www.elegio.it/mc2/maxwell-generale.html
Vedere anche: www.elegio.it/mc2/Ricci-Riemann.html

Il tensore del campo elettromagnetico Fa,b è un tensore antisimmetrico che soddisfa alle seguenti equazioni differenziali (notare il dettaglio : per evidenziare le operazioni di contrazione quando saturo indici uso i caratteri i,j,k,m... mentre per gli indici non saturati uso i primi caratteri dell'alfabeto ossia a,b,c,d... ) :
[1]
Fa,b = Fb,a
Fa,b:c + Fb,c:a + Fc,a:b = 0
F a,i:i = μ0·j a
Approfondimenti
Il campo elettromagnetico può essere considerato ottenuto derivando opportunamente un vettore, detto vettore quadripotenziale Aa, secondo la formula:
[2]
Fa,b = Ab:a Aa:b

L'arbitrarietà della scelta del vettore quadripotenziale viene normalmente limitata imponendo la così detta condizione di gauge di Lorentz ossia la seguente condizione di calibrazione:
[3]
Ai:i = 0

Si può semplificare questa equazione utilizzando, in luogo della derivata covariante ( indicata dal simbolo ":" anteposto all'indice ), la derivata ordinaria ( indicata dal simbolo "/" anteposto all'indice ) utilizzando il modulo del determinante del tensore metrico covariante ossia |g|. Vedere in www.elegio.it/mc2/Ricci-Riemann.html l'espressione della divergenza di un vettore. La condizione di calibrazione applicata a qualunque sistema di coordinate curvilinee diventa:
[3a]
( |g|½ · Ai) /i = 0

o, se si preferisce:
[3b]
2 ·Ai/i + (log(|g|))/i·Ai = 0

L'espressione [2] si basa sulla derivata covariante e dunque è manifestamente una equazione tensoriale, tuttavia è facile vedere che non risulta necessario calcolare i simboli di Christoffel per cui basta usare la derivata ordinaria. Se infatti scriviamo l'espressione della derivata covariante di un vettore covariante abbiamo:
[4]
Aa:b = Aa/b Γi,a,b·Ai
Ab:a = Ab/a Γi,b,a·Ai

ed essendo Γi,a,b = Γi,b,a è facile vedere che le equazioni di Maxwell assumono la seguente forma decisamente più semplice:
[5]
Fa,b = Ab/a Aa/b
F a,i:i = μ0·j a

Con un ulteriore ritocco è possibile evitare l'uso esplicito dei simboli di Christoffel. Infatti la divergenza di un tensore doppio antisimmetrico E a,b = E b,a , detto |g| il valore assoluto del determinante del tensore metrico, vale :
[6]
E a,i:i = |g|½ ·( E a,i·|g|½ )/i

Pertanto le equazioni di Maxwell possono essere scritte anche nel seguente modo:
[7]
Fa,b = Ab/a Aa/b
( |g|½ · F a,i )/i = μ0·|g|½ ·j a

Questa formula ha una notevole rilevanza pratica per chi voglia usare coordinate curvilinee anche limitandosi a considerare spazi pseudoeuclidei. Anche se poco esperti di calcolo tensoriale bisogna comunque sapere come alzare o abbassare gli indici ossia come passare da vettori o tensori covarianti ai corrispondenti vettori controvarianti o viceversa. Nel caso specifico bisogna sapere calcolare:
[8]
Fa,b = ga,i·gb,k·Fi,k

Dove ga,b è il tensore metrico in forma controvariante ossia la matrice inversa del tensore metrico ga,b in forma covariante. Calcolare a mano l'inversa di una matrice di ordine quattro è ancora umanamente fattibile anche se in questi casi chiunque capisce l'utilità di un calcolatore elettronico piccolo o grande che sia. Il peso computazionale è sopportabile manualmente se il tensore metrico è diagonale perché ovviamente l'inversa di una diagonale si fa invertendo ogni elemento ed il determinante g è il prodotto degli elementi diagonali del tensore covariante. Per avere un tensore metrico diagonale occorre avere un sistema di coordinate ortogonali e questo limita molto la scelta del sistema di coordinate utilizzabile. Ma disponendo di adeguata potenza di calcolo perché limitarsi ai soli sistemi di coordinate ortogonali ? Le formule sono note e... almeno formalmente, semplici.

Un tensore di rilevante interesse pratico, ottenibile quando è noto il tensore elettromagnatico o il quadripotenziale elettromagnetico, è il tensore energia-impulso ( Electromagnetic stress-energy tensor citato, in unità SI, dall' Hobson++ , a pag. 297, formula 12.31 ). Vale:
[9]
Ta,b = ( gi,k·Fa,i·Fb,k ga,b·F i,k·Fi,k /4 )/μ0

Una proprietà importante di questo tensore simmetrico è di avere traccia nulla. Espresso in forma mista innalzando il secondo indice, si ha:
[9a]
Ta,b = ( Fa,i·Fb,i δa,b ·Fi,k·Fi,k /4 )/μ0

Da questa espressione si deduce immediatamente che:
[9b]
T = Ti,i = 0

L'equazione del campo gravitazionale nella teoria di Einstein, in forma generale può essere scritta nel seguente modo:
[10]
Ra,b = ( 8·π·G/c4 )· ( T·ga,b/2 Ta,b )

dove Ra,b è il tensore di Ricci.
Posto per comodità ( essendo G = 6.67428e-11 [m^3/(kg*s^2)] la costante di gravitazione universale e c = 2.99792458e8 [m/s] la velocità della luce ):
[10a]
κ = 8·π·G/c4 = 2.07664e-43 [s^2/(kg*m)]

( notare che κ ha le dimensioni dell'inverso di una forza, una forza veramente... cosmica ) si vede che, in presenza del solo campo elettromagnetico, l'equazione di Einstein diventa:
[10b]
Ra,b = κ·Ta,b

Il fatto che il tensore di Ricci sia così poco influenzato dal tensore energia impulso... non vuol dire che questa dipendenza non esista ! Ovviamente diventa fisicamente sperimentabile a livello astrofisico ma ... esiste ovunque c'è non solo materia ( forma molto concentrata di energia ) ma anche energia, la pur piccola energia di un singolo fotone ( occorre ragiornale alla scala della lunghezza di Planck ossia 1.6e-35 [m] ) ...

Potenziale di Maxwell negli spazi curvi

In assenza di cariche elettriche la divergenza del campo elettromagnetico è nulla ossia:
[11]
F a,i:i = 0

In letteratura questa equazione viene scritta in questo modo perché si ha la tendenza ad esprimere la derivata covariante in forma ...covarante, come viene definita in modo, si potrebbe dire, spontaneo. Nel calcolo tensoriale però è lecito alzare ed abbassare gli indici a piacere avvalendosi del tensore metrico per cui è lecito esprimere la condizione di annullamento della divergenza facendo uso della derivata covariante scritta in forma controvariante. Pertanto posso anche scrivere:
[11a]
Fa,i:i = 0

Ma il campo elettromagnetico è legato al quadrivettore potenziale elettromagnetico dalla relazione [2] ossia:
 
Fa,b = Ab:a Aa:b

per cui, in assenza di cariche elettriche si ha:
[12]
Ai:a:i Aa:i:i = 0

A questo punto si consideri la regola di commutazione delle derivate covarianti di un vettore covariante. Entra in gioco il tensore di Riemann ovvero si ha:
[13]
Aa:b:c Aa:c:b = Ak·Rk,a,b,c = Ak·Rk,a,b,c

Procedendo...molto lentamente... alzo l'indice c ed ottengo dunque:
[13a]
Aa:b:c Aa:c:b = Ak·Rk,a,b,c

Contraendo a con c ( e indicando con i l'indice da contrarre) si ha:
[13b]
Ai:b:i Ai:i:b = Ak·Rk,i,b,i

Ma la contrazione del tensore di Riemann produce o il tensore identicamente nullo o il tensore di Ricci ( a meno del segno ). In particolare si ha:
[13c]
Rk,i,b,i = Rk,b

e dunque:
[13b]
Ai:b:i Ai:i:b = Ak·Rk,b

Se utilizziamo questa relazione nella [12] otteniamo:
[14]
Ai:i:a Ak·Rk,a Aa:i:i = 0

A questo punto teniamo presente che il quadrivettore potenziale elettromagnetico deve anche soddisfare la condizione di calibrazione di Lorentz per cui Ai:i = Ai:i = 0 e pertanto il primo termine scompare per cui si ha:
[15]
Aa:i:i = Ai·Ri,a

Studiando il moto di un singolo fotone, anche in presenza di un grosso campo gravitazionale, possiamo sempre trasformare la metrica in modo che, localmente, ossia dove sta il fotone, lo spazio sia piatto ovvero pseudoeuclideo.... attorno al fotone stesso. Il fotone però, per il solo fatto di possedere energia ossia di avere un tensore energia impulso non nullo, incurva lo spazio secondo la legge di Einstein per cui, applicando la [10b] si ha questa equazione non lineare:
[16]
Aa:i:i = κ·Ai·Ti,a

Se trascuriamo il termine a secondo membro, vista la piccolezza della costante κ otteniamo la solita, classica equazione d'onda ossia il l'Alembertiano del potenziale vettore vale zero.
Se però trattiamo rigorosamente questa equazione abbiamo un sistema di equazioni non lineari la cui non linearità è però ristretta attorno all'onda fotonica e sorge allora una ovvia domanda: quali saranno le soluzioni rigorose di questa equazione ed esisteranno soluzioni solitoniche ?

Cella 9 : Tensore di Ricci + piccolo prontuario


Avvertenza 1: nel seguito uso il carattere ":" (un duepunti in grassetto) per indicare la derivata covariante e il carattere "/" ( barra in grassetto) per indicare la derivata ordinaria; gli indici sono sempre separati tra loro o da una virgola o da un duepunti o da una barra perché in questo modo sono possibili indici multicaratteri. L'uso del duepunti è insolito perché la maggioranza degli autori preferisce il puntoevirgola per la derivata covariante e la virgola per la derivata ordinaria ma, in questo modo non ho più un simbolo per separare indici multicaratteri e poi trovo mnemonico il fatto che sia il duepunti che la barra in certi contesti indicano entrambi l'operazione di divisione. Dirac usa i duepunti per la derivata covariante ma la virgola per la derivata ordinaria. Mi scuso per queste mie convenzioni personali che però trovo piuttosto ...ragionevoli. L'operazione di moltiplicazione non è mai sottintesa ma sempre indicata con l'operatore "·" ed anche questo viene fatto per consentire l'eventuale uso di nomi ovvero simboli multicarattere.
Avvertenza 2: il rischio di commettere errori nel calcolo tensoriale o per pura distrazione o avendo mescolato formule tratte da vari autori senza accorgersi della presenza di convenzioni diverse e tra loro in contrasto, è fortissimo. NON ho verificato queste formule con alcun software di calcolo simbolico e dunque... declino ogni responsabilità ma gradirei molto sapere che qualcuno ha verificato al calcolatore le formule che qui riporto... trovandole ( spero) corrette.

Dal tensore di Riemann-Christoffel al tensore di Ricci

Il tensore di Riemann è un tensore a quattro indici quindi teoricamente, in quattro dimensioni, potrebbe avere 256 componenti distinte. In realtà sfruttando tutte le sue simmetrie si trova che ne ha N2·(N2 1 )/12. Ponendo N=4 si trova 16*15/12 = 20 componenti distinte. Dato che i vari autori non sono tra loro coerenti trascrivo la formula precisando che è tratta dal Landau-Lifšits a pag. 341 [ formula (91,4) ]; noto che anche l'Hobson adotta questa definizione riportata a pag. 158 [ formula (7.13) ] :
[1]
Ra,b,c,d = Γa,b,d /c Γa,b,c /d + Γa,c,k·Γk,b,d Γa,d,k·Γk,b,c

La precedente formula, complicata ma non complicatissima presenta, all'atto pratico, una difficoltà ossia il fatto di dover effettuare derivate parziali ordinarie dei simboli di Christoffel di seconda specie. Tali simboli sono ottenuti dai simboli di Christoffel di prima specie elevando il primo indice tramite il tensore metrico controvariante. Ma questo implica che per derivare i simboli di Christoffel di seconda specie è necessario saper derivare le componenti del tensore metrico controvariante il che non è banale. Dall'identità ga,b:c = 0 si deduce che:
[2]
g a,b/c = Γa,m,c·g m,b Γb,m,c·g m,a

Le simmetrie del tensore di Riemann sono più evidenti scrivendo il tensore in forma totalmente covariante ( tutti e quattro gli indici in basso ) ma a questo punto non bisogna cadere nel trabocchetto di abbassare il primo indice della formula [1] usando il tensore metrico covariante. Non è lecito infatti alzare o abbassare indici di una grandezza che è derivata con la derivazione parziale ordinaria. Solo la derivazione covariante infatti permuta con il tensore metrico e dunque... attenti a non sbagliare. Per ottenere la versione del tensore di Riemann totalmente covariante bisogna ricavare l'espressione della derivata ordinaria dei simboli di Christoffel di seconda specie che, come è noto, sono ottenuti da quelli di prima specie con la formula:
[3]
Γa,b,c = g a,n · Γn,b,c

dove:
[4]
Γa,b,c = ( ga,b /c + ga,c /b + gb,c /a )/2

Pertanto la derivata di un simbolo di Christoffel di seconda specie è data da:
[5]
Γa,b,c,/d = g a,m· ( Γm,b,c/d Γnm,d · Γn,b,c ) Γa,m,d· Γm,b,c

Questa formula ha una notevole importanza pratica perché consente di calcolare direttamente il tensore di Riemann scritto col solo primo indice controvariante. L'alternativa è quella di calcolare il tensore di Riemann in forma totalmente covariante e poi alzare l'indice che occorre.
Evidenziando le derivate seconde il tensore di Riemann ( vedere pag. 159 dell' Hobson ed altri ) ha questa espressione:
[6]
Ra,b,c,d = ( gb,c /a/d ga,c /b/d + ga,d /b/c gb,d /a/c )/2 gh,k·( Γh,a,c·Γk,b,d Γh,a,d·Γk,b,c )

Esaminiamo le simmetrie di Ra,b,c,d .

1) emisimmetrico rispetto ai primi due indici

[7]
Rb,a,c,d = Ra,b,c,d

2) emisimmetrico rispetto agli ultimi due indici

[8]
Ra,b,d,c = Ra,b,c,d

3) La somma della rotazione dei tre ultimi indici è nulla

[9]
Ra,b,c,d + Ra,d,b,c + Ra,c,d,b = 0

4) simmetrico rispetto allo scambio della prima coppia di indici con la seconda

[10]
Rc,d,a,b = Ra,b,c,d

5) Identico con gli indici in ordine inverso

[11]
Rd,c,b,a = Ra,b,c,d

Ovviamente alcune di queste proprietà sono deducibili dalle altre ma è comodo tenerle presente in modo distinto.

Il tensore di Ricci

Un tensore doppio si può ottenere contraendo tra loro due dei quattro indici di un tensore quadruplo. Ma esistono sei modi diversi di contrarre una coppia di indici di un tensore quadruplo ossia il primo col secondo oppure col terzo oppure col quarto, il secondo col terzo oppure col quarto e il terzo col quarto. Dato che, però il tensore di Riemann gode di parecchie simmetrie, da esso non si possono ottenere sei diversi tensori di second'ordine ma soltato uno ( a parte il segno ) o il tensore identicamente nullo.
Elenco le sei possibilità:
[12]
Rb,b,c,d = 0
Rc,b,c,d = Rb,d
Rd,b,c,d = Rb,c
Ra,c,c,d = Ra,d
Ra,d,c,d = Ra,c
Ra,b,d,d = 0
Il tensore di Ricci è simmetrico:
[13]
Ra,b = Rb,a

Il piccolo/grosso guaio è che gli autori NON usano sempre la stessa definizione di tensore di Ricci. Alcuni lo definiscono come la contrazione tra il primo e l'ultimo indice del tensore di Riemann ( convenzione adottata dal testo di P.A.M.Dirac, cap. 14 oppure l'Hobson,Efstathiou,Lasenby a pag.162, cap. 7.11 oppure da Barry Spain formula 33.1 ) oppure, con conseguenze identiche, la contrazione tra secondo e terzo indice ( come fa il Finzi Pastori a pag. 183, formula 55) mentre altri lo definiscono come la contrazione tra il secondo e l'ultimo indice del tensore di Riemann ( come Robert M. Wald, formula 3.2.25 ed anche N.M.J. Woodhouse a pag. 90 del suo libro "General Relativity") oppure, con conseguenze identiche, la contrazione tra il primo ed il terzo indice ( convenzione adottata dal Landau-Lifšits , formula 92,6 "Teoria dei campi" ed anche Misner,Thorne e Wheeler in "Gravitation" a pag.222 nella 8.47). Le due famiglie di definizioni differiscono, come si è visto, per il segno e dunque ... bisogna fare attenzione ai segni !
Qui si adotta la definizione della prima famiglia ossia contrazione tra primo ed ultimo indice o tra secondo e terzo.

Il tensore di Riemann è antisimmetrico rispetto allo scambio tra loro della prima coppia di indici, antisimmetrico rispetto allo scambio tra loro della seconda coppia di indici e simmetrico rispetto allo scambio della prima con la seconda coppia. Per esempio:

R3203 = R2303 = R0323

Sfruttando le simmetrie si può fare sempre in modo che il primo indice sia minore del secondo, che il terzo sia minore del quarto, che il primo non sia maggiore del terzo e se primo e terzo sono uguali, il secondo non sia superiore al quarto.
Date queste regole vediamo quali sono le componenti indipendenti ( a parte il segno ):
In quattro dimensioni si ha:

R0101 , R0102 , R0103 , R0112 , R0113 ,
R0123 = R0213 R0312 ,
R0201 = R0102 ,
R0202 , R0203 , R0212 , R0213 , R0223 ,
R0301 = R0103 ,
R0302 = R0203 ,
R0303 , R0312 , R0313 , R0323 ,
R1201 = R0112 ,
R1202 = R0212 ,
R1203 = R0312 ,
R1212 , R1213 , R1223 ,
R1301 = R0113 ,
R1302 = R0213 ,
R1303 = R0313 ,
R1312 = R1213 ,
R1313 , R1323 ,
R2301 = R0123 ,
R2302 = R0223 ,
R2303 = R0323 ,
R2312 = R1223 ,
R2313 = R1323 ,
R2323

In quattro dimensioni dunque trovo che i termini indipendenti del tensore di Riemann sarebbero ... 21 ma sussiste anche la regola che mantenendo fisso un indice e ruotando circolarmente gli altri tre la somma dei tre elementi è nulla. Questo vuol dire che R0123 + R0312 + R0231 = 0 ma R0231 coincide con R0213 per cui R0213 è dato da ( R0123 + R0312 ) e dunque il termine R0213 NON è un termine indipendente. Dunque, come previsto, è confermata la formula secondo cui dato N il numero di dimensioni, i termini indipendenti devono essere N·N·(N·N 1 )/12 ossia 20 se N=4.

Regola di commutazione degli indici di derivazione

Dato un generico vettore covariante Aj , la formula da applicare nel commutare gli indici di derivazione è:
[14]
Aj:n:p Aj:p:n = Ah·Rh,j,n,p = Ah·Rh,j,n,p

Ma ovviamente questa relazione può essere scritta in vari altri modi come ad esempio invertendo l'ordine degli indici:
[15]
Aj:n:p Aj:p:n = Ah·Rp,n,j,h = Ah·Rp,n,j,h

Se il vettore da derivare doppiamente è controvariante ossia Aj, si ha, tra le tante possibilità di esprimere la relazione, la seguente:
[16]
Aj:n:p Aj:p:n = Ah·Rj,h,p,n

Contrazione di un vettore con uno dei due indici di derivazione

Dato un vettore doppiamente derivato è possibile contrarre l'indice del vettore con il primo o con il secondo indice di derivazione. L'operazione in genere produce risultati diversi e la differenza tra le due contrazioni dipende dal valore del tensore di Ricci. Le due contrazioni sono identiche se il tensore di Ricci è nullo.
[17]
Aj:n:j Aj:j:n = Ah·Rh,j,n,j = Ah·Rh,n

Anche se ovvio, sottolineo il fatto che gli indici tensoriali possono essere alzati ed abbassati senza invalidare la formula per cui ci si può sbizzarrire a scrivere la precedente formula in parecchi modi, come ad esempio:
[17a]
Aj:n:j Aj:j:n = Ah·Rh,n

Formule utili

La derivata tensoriale di un vettore covariante:
[18]
Ai :k = Ai /k Γh,i,k·Ah

La derivata tensoriale di un vettore controvariante:
[19]
Ai:k = Ai/k + Γi,h,k·Ah

La derivata seconda di uno scalare U ( è evidentemente commutativa) :
[20]
U:i:k = U/i/k Γh,i,k·U/h

La derivata seconda di un vettore Aa è una complicata miscela di derivate seconde ordinarie, di derivate prime ordinarie e di componenti del vettore doppiamente derivato:
[21]
Aa :i:k = Aa /i/k Γh,a,i·Ah/k Γh,a,k·Ah/i Γh,i,k·Aa/h + ( Γs,a,k·Γh,s,i + Γs,i,k·Γh,s,a Γh,a,i/k )·Ah

L'ultimo termine di questa formula, ossia Γh,a,i/k , è la derivata ordinaria di un simbolo di Christoffel di seconda specie e questo evidenzia il fatto che la formula [5] è praticamente indispensabile quando bisogna effettuare la derivata seconda covariante delle componenti di un tensore.
Si noti, inoltre, che questa formula è molto importante, sempre sul piano pratico, perché gli indici delle derivate covarianti possono essere alzati come normali indici covarianti e dunque da questa formula si possono dedurre le sette varianti Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k .
Una avvertenza importantissima mai abbastanza ribadita è questa: la derivata covariante commuta col tensore metrico perché è stata definita proprio per possedere questa proprietà ma la derivata ordinaria NON commuta col tensore metrico per cui, nelle formule in cui compare un elevamento o un abbassamento di indici è tassativo rispettare l'ordine delle operazioni. In altre parole gh,k·Ah/i non è uguale a Ak/i mentre ovviamente gh,k·Ah:i = Ak:i. A maggior ragione il rischio di sbagliare si presenta quando si elevano indici in formule complicate come questa della derivata seconda covariante di un vettore in cui compaiono parecchie operazioni di derivazione ordinaria che vanno effettuate scrupolosamente prima di applicare il tensore metrico controvariante.

La divergenza di un vettore Ai ( essendo |g| il valore assoluto del determinante del tensore metrico covariante ) :
[22]
Ai:i = |g|½ ·( Ai·|g|½ )/i

La divergenza di un tensore doppio simmetrico S i,k = S k,i :
[23]
S i,k:k = |g|½ ·( S i,k·|g|½ )/k S k,h·gk,h/i /2

La divergenza di un tensore doppio antisimmetrico E i,k = E k,i :
[24]
E i,k:k = |g|½ ·( E i,k·|g|½ )/k

La prima delle due divergenze possibili di un tensore doppio generico T i,k :
[25]
T i,k:i = |g|½ ·( T i,k·|g|½ )/i + Γk,i,h·T i,h

La divergenza del gradiente di uno scalare U.
[26]
U :i:i = |g|½ ·( |g|½ · g i,k· U/k )/i

Metrica diagonale

Nel caso di metrica diagonale uso sempre solo il tensore metrico covariante e lo indico come se fosse una funzione dipendente da un solo indice ( ossia gh,h = g(h) ) per evitare che possa scattare la regola della sommatoria sottintesa quando due indici sono rappresentati con lo stesso simbolo ma uno dei due è controvariante e l'altro covariante. Per indicare una sommatoria devo allora indicarla esplicitamente col simbolo . Per esempio :
[27]
ds2 = h g(h)·dxh·dxh

Quando ho bisogno del tensore metrico controvariante uso l'inversa della corrispondente funzione covariante ossia gh,h = 1 / g(h).
I simboli di Christoffel di seconda specie assumono allora espressioni abbastanza semplici ossia diventano:
[28]
Γh,m,k = ( ( δm,h + δm,k )·δm,h·g(h)/k δm,k·g(k)/h ) / ( 2· g(h) )

Dove δh,k = 0 se h k mentre δh,h = 1 ossia si tratta del simbolo di Kronecker.
L'espressione del simbolo di Christoffel può essere sdoppiata nelle tre formule:
[29]
Γh,m,k = 0 ;   ( se m h e se m k e se h k )
Γh,m,m = g(m)/h / (2· g(h)) ;   ( m h )
Γm,m,k = Γm,k,m = g(m)/k / (2· g(m))

Da queste espressioni si deducono quelle delle derivate dei simboli di Christoffel di seconda specie ossia:
[30]
Γh,m,k/n = 0 ;   ( se m h e se m k e se h k )
Γh,m,m/n = g(m)/h/n/(2· g(h)) + g(m)/h · g(h)/n/(2· g(h)2) ;   ( m h )
Γm,m,k/n = Γm,k,m/n = g(m)/k/n/(2· g(m)) g(m)/k · g(m)/n/(2· g(m)2)

Bibliografia

Cella 10: SemiVuota

http://www.alumni.polimi.it/it/Wall ( ing. nucleare 1972 )
Giampaolo Bottoni: gpbottoni@gmail.com

Cella 11 . Punta Astri

> : - + - + Sirio (culmina a mezzanotte il 2 gennaio) Ovvero: alfa Canis Majoris. Magnitudine -1.46 E' la stella più luminosa del cielo Alpheratz (culmina a mezzanotte il 23 settembre) Ovvero: alfa Andromedae. Magnitudine 2.06 Caph (culmina a mezzanotte il 23 settembre) Ovvero: beta Cassiopeae. Magnitudine 2.27 Schedar (culmina a mezzanotte il primo ottobre) Ovvero: alfa Cassiopeae. Magnitudine 2.23 Achernar (culmina a mezzanotte il 15 ottobre) Ovvero: alfa Eridani. Magnitudine 0.46 Hamal (culmina a mezzanotte il 23 ottobre) Ovvero: alfa Arietis. Magnitudine 2.00 Polaris (la stella polare) Ovvero: alfa Ursae Minoris. Magnitudine 2.02 Algol (culmina a mezzanotte l' 8 novembre) Ovvero: beta Persei. Magnitudine 2.12 Mirfak (culmina a mezzanotte il 12 novembre) Ovvero: alfa Persei. Magnitudine 1.80 Alcione (culmina a mezzanotte il 17 novembre) Ovvero: eta Tauri, la piu' luminosa delle Pleiadi. Magnitudine 2.87 Aldebaran (culmina a mezzanotte il 30 novembre) Ovvero: alfa Tauri. Magnitudine 0.85 Rigel (culmina a mezzanotte il 10 dicembre) Ovvero: beta Orionis. Magnitudine 0.12 Capella (culmina a mezzanotte il 10 dicembre) Ovvero: alfa Aurigae. Magnitudine 0.08 Bellatrix (culmina a mezzanotte il 12 dicembre) Ovvero: gamma Orionis. Magnitudine 1.64 Alnilam (culmina a mezzanotte il 15 dicembre) Ovvero: epsilon Orionis. Magnitudine 1.70 Betelgeuse (culmina a mezzanotte il 20 dicembre) Ovvero: alfa Orionis. Magnitudine 0.50 Canopus (culmina a mezzanotte il 27 dicembre) Ovvero: alfa Carinae. Magnitudine -0.72 Castor (culmina a mezzanotte il 15 gennaio) Ovvero: alfa Geminorum. Magnitudine 1.58 Procione (culmina a mezzanotte il 16 gennaio) Ovvero: alfa Canis Minoris. Magnitudine 0.38 Pollux (culmina a mezzanotte il 18 gennaio) Ovvero: beta Geminorum. Magnitudine 1.14 Alphard (culmina a mezzanotte il 12 febbraio) Ovvero: alfa Hydrae. Magnitudine 1.98 Regulus (culmina a mezzanotte il 23 febbraio) Ovvero: alfa Leonis. Magnitudine 1.35 Dubhe (culmina a mezzanotte l'8 marzo, festa della donna) Ovvero: alfa Ursae Majoris. Magnitudine 1.79 Denebola (culmina a mezzanotte il 19 marzo) Ovvero: beta Leonis. Magnitudine 2.14 Acrux (culmina a mezzanotte il 29 marzo) Ovvero: alfa Crucis. Magnitudine 1.41 Mimosa (culmina a mezzanotte il 3 aprile) Ovvero: beta Crucis. Magnitudine 1.25 Spica (culmina a mezzanotte il 13 aprile) Ovvero: alfa Virginis. Magnitudine 0.98 Hadar (culmina a mezzanotte il 22 aprile) Ovvero: beta Centauri. Magnitudine 0.61 Arturo (culmina a mezzanotte il 26 aprile) Ovvero: alfa Bootis. Magnitudine -0.04 Rigil_Kentaurus (culmina a mezzanotte il 2 maggio) Ovvero: alfa 1 Centauri. Magnitudine 0.00 La stella a noi più vicina dopo il Sole Kochab (culmina a mezzanotte il 5 maggio, morte di Napoleone) Ovvero: beta Ursae Minoris. Magnitudine 2.08 Alphecca (culmina a mezzanotte il 16 maggio) Ovvero: alfa Coronae Borealis. Magnitudine 2.23 Antares (culmina a mezzanotte il 30 maggio) Ovvero: alfa Scorpii. Magnitudine 0.96 Rasalhague (culmina a mezzanotte il 15 giugno) Ovvero: alfa Ophiuchi. Magnitudine 2.08 Vega (culmina a mezzanotte il primo luglio) Ovvero: alfa Lyrae. Magnitudine 0.03 Altair (culmina a mezzanotte il 20 luglio) Ovvero: alfa Aquilae. Magnitudine 0.77 Deneb (culmina a mezzanotte il primo agosto) Ovvero: alfa Cygni. Magnitudine 1.25 Enif (culmina a mezzanotte il 17 agosto) Ovvero: epsilon Pegasi. Magnitudine 2.38 Formalhaut (culmina a mezzanotte il 5 settembre) Ovvero: alfa Pisces Austrinis. Magnitudine 1.16 Scheat (culmina a mezzanotte il 7 settembre) Ovvero: beta Pegasi. Magnitudine 2.42 Markab (culmina a mezzanotte il 7 settembre) Ovvero: alfa Pegasi. Magnitudine 2.49 Sole (il massimo Luminare) Puntando a lui si trova il nord. E' dunque la polare di giorno Mercurio (il pianeta più vicino al Sole) Osservabile solo all'alba o al tramonto ... quando possibile Venere (il pianeta più luminoso ... ma non sempre) Lucifero quando appare all'alba... Marte (il pianeta rosso, vicino alla Terra ogni due anni) Molto luminoso quando ci è vicino, ma in genere è lontano. Giove (il grande, e mediamente il più luminoso pianeta) Seguito da uno stuolo di satelliti, Io, Europa, Callisto, Ganimede e tanti altri... Saturno (il pianeta degli anelli) Accompagnato da molti satelliti e unico con i suoi anelli. Urano (appena visibile ad occhio nudo) In una normale vita umana compie una sola rivoluzione. L'augurio è vederne due... Nettuno (ultimo dei giganti gassosi) Invisibile ad occhio nudo ma basta un telescopio amatoriale sapendo dove sta... Plutone (in coppia con il suo grande satellite Caronte) Il più grande degli asteroidi plutinici (numerosissimi) Luna ossia Selene, il simbolo della donna, sacra ad Artemide-Diana Colei che decide il giorno di Pasqua, il giorno della Resurrezione Dato iniziale Dato iniziale Dato iniziale

Contatti (Giampaolo Bottoni) gpbottoni@gmail.com

Funziona in due modalità ossia puntando alla stella o pianeta selezionato oppure puntando al nord.
Per la massima precisione è possibile selezionare anche la città da cui si osserva il cielo.
Si ricorda che il disegno è ingrandibile o rimpicciolibile a piacere usando la combinazione di tasti [Ctrl][+] per ingrandire e [Ctrl][-] per rimpicciolire.
Sperimentato con Internet Explorer 9, Firefox 5 e Chrome.

Cella 12

In rete...

La tabella dei simboli sta qui
1
2·π

Nabla (&nabla; == &#8711; ) ==

Per editare formule matematiche con MathML visitare il sito www.dessci.com/en/ dove vengono offerti MathType, WebEq, MathFlow, MathPlayer. Le fonti Unicode che contengono simboli matematici sono Arial Unicode MS e Lucida Sans Unicode per cui è prudente usarle esplicitamente ad esempio scrivendo:
<style>
span { font-style:normal; font-family: Arial Unicode MS, Lucida Sans Unicode}
</style>

Qui di seguito elenco i codici dei più frequenti caratteri matematici con a fianco il risultato visibile:

<span title="middot">&#183;</span> ·
<span title="minus">&#8722;</span>
<span title="frac12">&#189;</span> ½
<span title="Gamma">&#915;</span> Γ
<span title="Delta">&#916;</span> Δ
<span title="Omega">&#937;</span> Ω
<span title="alpha">&#945;</span> α
<span title="beta">&#946;</span> β
<span title="gamma">&#947;</span> γ
<span title="delta">&#948;</span> δ
<span title="kappa">&#954;</span> κ
<span title="lambda">&#955;</span> λ
<span title="mu">&#956;</span> μ
<span title="pi">&#960;</span> π
<span title="rho">&#961;</span> ρ
<span title="phi">&#966;</span> φ
<span title="psi">&#968;</span> ψ
<span title="omega">&#969;</span> ω
<span title="nabla">&#8711;</span>
<span title="sum">&#8721;</span>
<span title="prod">&#8719;</span>
<span title="radic">&#8730;</span>
<span title="bull">&#8226;</span>
<span title="part">&#8706;</span>
<span title="int">&#8747;</span>
<span title="infin">&#8734;</span>
<span title="asymp">&#8776;</span>
<span title="ne">&#8800;</span>
<span title="equiv">&#8801;</span>
<span title="le">&#8804;</span>
<span title="ge">&#8805;</span>
<span title="un_terzo">&#8531;</span>
<span title="punto_alto">&#729;</span>˙

I caratteri greci minuscoli, visualizzati col tag <em>, con style="font-style: normal; font-family: Arial Unicode MS, Lucida Sans Unicode" sono: α β γ δ ε ζ η θ ι κ λ μ ν ξ ο π ρ ς σ τ υ φ χ ψ ω.

Per arricchire i testi usare la grafica vettoriale SVG. Ecco due esempietti dinamici:

Cella 13: Lancette del semi-semigiorno


Orologio HalfHalfDay Mattino,Pomeriggio,Sera,Nottefonda Schema base dell'orologio decimale del semisemigiorno. Giampaolo Bottoni, 22/luglio/2011 I quattro halfhalfday ( semisemigiorno ) sono: Nottefonda, Mattino, Pomeriggio, Sera, due luminosi e due bui... M P S N 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 ora decimale = 36 minuti tradizionali. minuto decimale = 3 minuti e 36 secondi tradizionali. secondo decimale = 21.6 secondi tradizionali.

Cella 14 : Un esempio di uso della grafica vettoriale

Varie forme elementari Riquadro ed altro... Schema base Usa Javascript per fare poligoni insoliti... G.Bottoni 11/luglio/2011
Ho ottenuto questo con le seguenti marche:
<svg 
xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" 
xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink"
width="400" height="500" viewBox="0 0 962 1202"
onload="startModifica(evt)"
>

<style type="text/css">
  /* <![CDATA[ */
   text.base {fill:navy;font-size:16;font-family:verdana}
  /* ]]> */
</style>
   <title>Varie forme elementari</title>
   <desc>Riquadro ed altro...</desc>

   <rect x="1" y="1" width="960" height="1200" 
           style="fill:none; stroke:black; stroke-width:2" />

   <a xlink:href="http://www.elegio.it/svg" >
   <text id="testo" y="50" class="base" >
   <tspan x="50" dy="0" >Schema base</tspan>
   <tspan x="50" dy="20" 
   >Usa Javascript per fare poligoni insoliti...</tspan>

   <tspan x="50" dy="20" >G.Bottoni 11/luglio/2011</tspan>
   </text>
   </a>

<script type="text/ecmascript"><![CDATA[ 	
function startModifica(evt){
    var oggetto,ss;
    ss="M 100 620 ";
    ss+=poligono(190,7,1,"a 70 100 0 0 1");
    oggetto=evt.target.ownerDocument.getElementById("primaforma");
    oggetto.setAttribute("d",ss)
    ss="M 120 820 ";
    ss+=poligono(190,5,1,"t");
    oggetto=evt.target.ownerDocument.getElementById("secondaforma");
    oggetto.setAttribute("d",ss)
    ss="M 470 320 ";
    ss+=poligono(100,9,4,"l");
    oggetto=evt.target.ownerDocument.getElementById("terzaforma");
    oggetto.setAttribute("d",ss)
    }
//
function poligono(lato,nn,passo,dico){
    var ss,rr,xx,xn,yy,yn,j;
    ss=" ";
    rr=lato/Math.sin(Math.PI/nn);
    xx=-rr;
    yy=0;
    for(j=1;nn+1>j;j++){
       xn=-rr*Math.cos( 2*Math.PI*passo*j/nn);
       yn=rr*Math.sin( 2*Math.PI*passo*j/nn);
       ss+=" "+dico+" "+Math.round(xn-xx)+" "+Math.round(yn -yy)+" ";
       xx=xn;
       yy=yn;
       }
    return ss;
    }
]]></script>

<g transform="scale(0.9)">
<path id="primaforma" style="fill:yellow;stroke:red;stroke-width:5"
 d="M 1 1"  />
<path id="secondaforma" style="fill:none;stroke:blue;stroke-width:5"
 d="M 1 1"  />
<path id="terzaforma" style="fill:none;stroke:magenta;stroke-width:5"
 d="M 1 1"  />
</g>

</svg>

Cella 15 : Come estrarre immagini dai file *.mht creati da Internet Explorer 9

Le immagini di queste pagine HTML sono interne e scritte in base64 e questa pagina è leggibile sia con Internet Explorer 9 che con Firefox 6, Opera 11, Chrome 13, Safari 5 e non so quanti altri browser internet.
L'immagine di Albert Einstein triste è stata ottenuta da Internet Explorer 9 visitando e poi salvando la pagina :

http://www.elegio.it/doc/

ma attenzione! usando la modalità     "Archivio Web, file unico (*.mht)"
Fatto questo, ho rinominato il file prodotto da IE9 che aveva l'estensione .mht dandogli l'estensione .txt in modo che fosse apribile con il programma Blocco note che si trova installato automaticamente nel sistema operativo Windows ( aprire la cartella Accessori ).
Fatto questo cambiamento dell'estensione del file, ho aperto il file ed ho facilmente individuato l'immagine che cercavo. Difficile sbagliarsi visto che ogni immagine è fatta da un enorme ammasso di caratteri alfanumerici ...
Infatti l'inizio dell'immagine del file generato da IE9 era segnalato da questo testo:
------=_NextPart_000_0000_01CC6F9A.8DC81AD0
Content-Type: image/jpeg
Content-Transfer-Encoding: base64
Content-Location: http://www.elegio.it/doc/albert_einstein_allegrissimo.jpg

/9j/4AAQSkZJRgABAQEAYABgAAD/4QBuRXhpZgAASUkqAAgAAAABAGmHBAABAAAAGgAAAAAAAAAB
AIaSAgA6AAAALAAAAAAAAABDUkVBVE9SOiBnZC1qcGVnIHYxLjAgKHVzaW5nIElKRyBKUEVHIHY2
MiksIHF1YWxpdHkgPSA4MAoA/9sAQwAIBgYHBgUIBwcHCQkICgwUDQwLCwwZEhMPFB0aHx4dGhwc
ICQuJyAiLCMcHCg3KSwwMTQ0NB8nOT04MjwuMzQy/9sAQwEJCQkMCwwYDQ0YMiEcITIyMjIyMjIy
MjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIy/8AAEQgBwgFGAwEiAAIR
AQMRAf/EAB8AAAEFAQEBAQEBAAAAAAAAAAABAgMEBQYHCAkKC//EALUQAAIBAwMCBAMFBQQEAAAB
fQECAwAEEQUSITFBBhNRYQcicRQygZGhCCNCscEVUtHwJDNicoIJChYXGBkaJSYnKCkqNDU2Nzg5
OkNERUZHSElKU1RVVldYWVpjZGVmZ2hpanN0dXZ3eHl6g4SFhoeIiYqSk5SVlpeYmZqio6Slpqeo
...etc...
Allora, col copia/incolla ho ricopiato l'immagine mettendola in questo file HTML e le ho cambiato l'intestazione, stando ovviamente molto attento a non modificare nessuno dei caratteri alfanumerici dell'immagine.

Ho scritto al suo inizio ( evidenzio in rosso quello che ho appositamente scritto ) :

<img id="albert_einstein_allegrissimo" src="data:image/jpg;base64,
/9j/4AAQSkZJRgABAQEAYABgAAD/4QBuRXhpZgAASUkqAAgAAAABAGmHBAABAAAAGgAAAAAAAAAB
AIaSAgA6AAAALAAAAAAAAABDUkVBVE9SOiBnZC1qcGVnIHYxLjAgKHVzaW5nIElKRyBKUEVHIHY2
MiksIHF1YWxpdHkgPSA4MAoA/9sAQwAIBgYHBgUIBwcHCQkICgwUDQwLCwwZEhMPFB0aHx4dGhwc
ICQuJyAiLCMcHCg3KSwwMTQ0NB8nOT04MjwuMzQy/9sAQwEJCQkMCwwYDQ0YMiEcITIyMjIyMjIy
MjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIy/8AAEQgBwgFGAwEiAAIR
AQMRAf/EAB8AAAEFAQEBAQEBAAAAAAAAAAABAgMEBQYHCAkKC//EALUQAAIBAwMCBAMFBQQEAAAB
fQECAwAEEQUSITFBBhNRYQcicRQygZGhCCNCscEVUtHwJDNicoIJChYXGBkaJSYnKCkqNDU2Nzg5
OkNERUZHSElKU1RVVldYWVpjZGVmZ2hpanN0dXZ3eHl6g4SFhoeIiYqSk5SVlpeYmZqio6Slpqeo
...etc...
Questo è tutto !

Concludendo...

È vero che, attualmente solo Internet Explorer 9 è capace di leggere le pagine con estensione .mht ma con il metodo che ho suggerito è possibile tradurre in base64 anche una lunga serie di immagini ed usarle nell'ambito di un normale documento .html.
A conclusione riporto l'immagine, ottenuta col metodo che ho qui spiegato, del povero Albert Einstein che mi sembra molto depresso perché sia dall' Al_Di_Qua che dall' Al_Di_Là   vedeva ( è morto nel 1955 ) e vede che   i giornalisti lo ricordano solo perché a loro, in gran parte imbecilli e scocciatori, cacciava fuori la lingua e che nessuno cerca di studiare e capire veramente la sua teoria della Relatività Generale tranne forse, a Milano, un povero ( coi tempi che corrono ) pensionato sfaccendato che scrive ancora programmi in Fortran con un compilatore ( aggiornato alla versione 2003 , estensione .f03 gratuitamente scaricabile dal sito http://www.g95.org ) utilissimo per fare calcoli di R.G. con altissima precisione ossia con ben trenta cifre significative per evidenziare le piccolissime perturbazioni prevedibili con la teoria della Relatività sia Generale che Speciale ( questa certificata da una miriade di dati sperimentali ).

Visitare, per esempio:

10 settembre 2011
Giampaolo Bottoni
gpbottoni@gmail.com

Cella 16: Perché non un CANDU refrigerato a piombo 208 liquido ?

Atti del convegno del 27 luglio 2011. Attenzione: PDF di circa 26 MBytes

COMUNICATO STAMPA

Gli Atti del convegno per la sua prossima ripartenza. (LIBERAMENTE PUBBLICABILE - NON RISERVATA PROPRIETÁ)

(Roma 18 agosto 2011 ) - Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn) comunica che gli Atti del convegno “Nucleare: la ripartenza dopo il referendum”, svoltosi lo scorso 27 luglio 2011 presso la Sede de “L’opinione delle Libertà” in Roma, sono scaricabili (25,25 mega) in formato pdf, selezionando la voce corrispondente alla pagina web...

Dal sito del CIRN ottimizzato per Internet Explorer ma visitabile, con qualche limitazione, anche usando Firefox, Chrome o altri browser, http://www.giorgioprinzi.it/nucleare/audiovisivifonti/energia.htm il PDF dedicato alla ripartenza del nucleare dopo il referendum contenente il mio contributo SVOLAZZANTE NELL'IPERURANIO ( dove qui URANIO non si riferisce a quello naturale, impoverito o arricchito ma al COSMO ).

In mezzo alla disputa e polemica generale, io mi domando ingenuamente perché nessuno si sia provato a fare un reattore economicissimo ossia redditivitissimo, con un nocciolo privo di pressione ( pericolosa... le cose in pressione possono cedere e rilasciare radioattività ) e privo di sostanze infiammabili come il carbonio o il sodio liquido ( di cui erano fatti anche i reattori ucraini RBMK e i reattori veloci tipo il SuperPhoenix e inclusi anche tra quelli futuribili di QUARTA GENERAZIONE ) . Intendo un reattore simile a quello già fatto e ampiamente commercializzato dai canadesi, i CANDU... che usano come refrigerante l'acqua pesante che comunque deve essere pressurizzata ma usando, al posto dell'acqua pressurizzata attorno alle cento atmosfere ( circa 10 MPa ) il tranquillissimo piombo o bismuto liquido che non è infiammabile, non bolle per nulla neppure ad altissima temperatura ossia attorno ai 500 gradi centigradi ( ossia sotto la temperatura alla quale comincia ad essere corrosivo per l'acciaio, circa 750 K) e quindi non necessita alcuna pressurizzazione. L'uso del piombo e bismuto liquido è già stato sperimentato dai russi per fare motori di sommergibili nucleari al tempo dell' URSS ma poi ci fu la crisi dell'URSS e mancarono i soldi quasi perfino per dar da mangiare ai ricercatori ...
Tra i reattori di quarta generazione è incluso ( uno dei sei tipi studiati ) il reattore veloce a piombo e bismuto liquidi e i russi attualmente stanno costruendo un prototipo che sarà molto più grosso del CIRENE ossia il simil CANDU mai entrato in funzione dopo decenni di studi cartacei e poco più, in Italia, refrigerato però ad acqua leggera bollente e non ad acqua pesante liquida grazie all'alta pressione usata... Dunque i russi, entro il 2020, se sono più di parola degli italiani, dovrebbero mettere in esercizio questo reattore più piccolo dell' EPR francese ( un reattore ad acqua leggera pressurizzata gigantesco ossia un gigantesco PWR ) ma contando molto sulla modularità ossia proponendo vari reattori medio_grandi ma non enormi nello stesso sito piuttosto che un solo reattore di dimensioni ciclopiche perché quando lui va fermato per cambiare il combustibile, l'intera centrale smette di produrre energia mentre se nel sito della centrale ci sono... mettiamo... cinque reattori di media taglia, quando se ne deve fermare uno per cambiargli il combustibile la centrale opera comunque all'80% della sua potenza nominale e non allo 0%. Inoltre un reattore di media taglia costa, come singola unità, meno di uno di taglia ciclopica per cui il padrone della centrale può scaglionare nel tempo l'investimento ovvero l'onere finanziario e sfruttare gli utili degli impianti già entrati in funzione e dunque già redditizi..
Va bene dunque, anzi OTTIMO quello che stanno facendo i russi ma allora perché io propongo ( e spero non solo io ) un CANDU refrigerato a piombo-bismuto liquido ? Perché i CANDU fanno uso di uranio pochissimo arricchito o addirittura uranio naturale mentre i reattori veloci al piombo-bismuto liquido, come tutti i reattori veloci ( che non fanno uso né di acqua leggera o pesante né di carbonio sotto forma di grafite ... incendiabile ) hanno bisogno di uranio molto ma molto arricchito anche se non tanto arricchito da poter essere usato per scopi militari. Dunque un CANDU refrigerato a piombo e/o bismuto liquidi potrebbe forse fare uso di uranio naturale o di uranio pochissimmo arricchito e in questo reattore sarebbe facile anche usare il torio come combustibile fertile e quindi triplicare le riserve mondiali di metalli trasformabili in fissili. L'oro è caro perché è RARO e dunque aumentare la disponibilità di materiale fissionabile a livello mondiale gioverebbe anche a contenere i costi del combustibile nucleare ( questo nei secoli futuri perché per ora l'uranio non scarseggia certamente ! ).

Insomma la domanda da cane sciolto oltretutto pensionato che pongo non è banale e peregrina anche se forse, con facile DIETROLOGIA, saprei ipotizzare la vera ragione del NON fare....

Giampaolo Bottoni
gpbottoni@gmail.com

P.S. Se poi penso che l'isotopo 208 del piombo ( che è una miscela di quattro isotopi di cui oltre il 50% é costituito dal piombo 208 prodotto dal decadimento del torio ) ha una straordinaria proprietà oltre ad essere un materiale ottimo per bloccare la radiazione elettromagnetica... L'isotopo 208 del piombo assorbe i neutroni addirittura meno dell'acqua pesante ( che comunque va usata per rallentare i neutroni nati dalle fissioni e, alla nascita, troppo veloci per essere catturati prevalentemente dall'uranio fissile ). Dunque usando piombo raffinato isotopicamente ossia contenente non il 50% di piombo 208 ma il più possibile ( 70%, 80%, 90% ...) si otterrebbe un refrigerante fantastico anche dal punto di vista neutronico e dunque forse si riuscirebbe ancora ad usare l'uranio naturale senza bisogno di arricchirlo come si deve fare per usarlo nei reattori ad acqua leggera ( ben quattro grossi reattori nucleari funzionano in Francia solo per arricchire l'uranio naturale, a Tricastin ). Dunque forse... si riuscirebbe a costruire reattori che riescono a convertire TUTTO l'uranio naturale in fissile e a bruciarlo e a fare lo stesso con il torio... Grande riduzione delle scorie nucleari e grande economia di materiale fissile e fertile ossia trasformabile in fissile.... E questo senza ricorre ai reattori veloci che andrebbero bene ma che richiedono alla partenza molto ma molto uranio o plutonio fissile e costoso...
Se poi penso a questa semplice considerazione nota a qualunque competente ( ma vero competente ossia che sia andato o che vada a guardare le librerie delle sezioni d'urto di assorbimento nucleare degli isotopi del piombo, del bismuto, e li confronti con quelle dell' idrogeno, del deuterio e del carbonio ) mi torno a chiedere: ma come mai non si prende in considerazione la realizzazione di reattori tipo CANDU refrigerati però a piombo 208 assolutamente inerte dal punto di vista neutronico, radiologico e fluidodinamico ??? E' da DIETROLOGO sospettare che qui gatta ci cova ?

Cella 17

La laurea di Antonio Bottoni, mio trisavolo, ossia l'autorizzazione ad esercitare la professione di Medico Veterinario.
Notare che la laurea venne data ad Antonio Bottoni nel lontano 27 novembre 1852 quando a Ferrara comandava il Papa Re Pio IX.

Cella 18 : Grafica vettoriale sovrapposta ad una immagine interna...

L'immagine, essendo trattata con la grafica vettoriale SVG può non essere ben visualizzata dal browser... Provare a ricopiare questo documento in una qualche cartella e tentare con un browser moderno quale Firefox 6 o Chrome 13 o Opera 11 o Internet Explorer 9...etc.
Uso l'immagine di un bassorilievo esposto a Pietrasanta raffigurante il Cavalier Gorilla omaggiato da un ragazzo sottomesso e conciliante....
Immagine del cavalier Gorilla Ecco un bel bassorilievo esposto a Pietrasanta

Il Cavalier Gorilla con una aureola d'oro accetterà il ramoscello d'olivo del ragazzo ???

Scherzi a parte questo è un esempio di immagine contenuta in una marca SVG. Sovrappongo all'immagine, a puro scopo esemplificativo, una ellisse....
Ho usato le seguenti istruzioni...
<svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" 
        xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink"
  width="520" height="380" >
  <desc>Immagine del cavalier Gorilla </desc>
  <image x="10" y="10" width="500" height="370"
         xlink:href="data:image/jpg;base64, 
  [ sbrodolata di dati in base64 ] 
 ">
  <title>Ecco un bel bassorilievo esposto a Pietrasanta</title>
  </image>
<ellipse id="aureola" cx="115" cy="50" rx="20" ry="10"
           style="fill:none; stroke:gold; stroke-width:3;" />
</svg>
Ovviamente la grafica vettoriale sovrapposta alle immagini bitmap potrebbe essere molto più ricca e interessante per servire da commento al messaggio veicolato dall'immagine...

Giampaolo Bottoni
gpbottoni@gmail.com

Cella 19: Replica immagini e cambiamenti dinamici di foto

Notare che TUTTE LE IMMAGINI SONO INTERNE e contenute in singola copia.
Le funzioni ECMAScript usate sono le seguenti due:
function ricopio(){
    var j,altro,questa=document.getElementById("GiampaoloBottonimultiplo");
    var sorgente=questa.getAttribute("src");
    var oul=document.getElementById("sorrido");
    var lis=oul.getElementsByTagName("img");
    for(j=0;lis.length >j;j++){
        altro=lis[j];
        altro.setAttribute("src",sorgente);
        }
    cambio();
    }
// 
var conto=4;
function cambio(){
    conto++;
    if(conto%5==0){ document.imm00.src=document.imm01.src; }
    else if(conto%5==1){ document.imm00.src=document.imm02.src; }
    else if(conto%5==2){ document.imm00.src=document.imm03.src; }
    else if(conto%5==3){ document.imm00.src=document.imm04.src; }
    else { document.imm00.src=document.imm05.src; }     
    }
Come si nota ho usato due diversi metodi per modificare l'attributo   src   che viene impostato in base alle varie situazioni.

I dati delle immagini in base64 li ho messi in fondo a questo documento per cui non intralciano la lettura delle marche del documento HTML analogamente a come succede quando le immagini sono esterne, ciascuna in un suo apposito file.

Il vantaggio di questa gestione dei dati delle immagini è la garanzia che il documento, completamente autonomo, resta integro anche se spedito via email. Per riottenere un file piccolo nonostante l'uso della codifica base64 è consigliabile usare una cartella compressa ossia un file zip.

Esempio di ripetizione della stessa immagine


Mi sembra di essere un po' troppo sorridente visto come sta andando il mondo ora....
L'esempio successivo contiene invece delle immagini intrinsecamente piuttosto interessanti... Beati gli anni della conquista della Luna. Ero giovane ed il futuro mi sembrava ricco di promesse e meraviglioso... e l'America mi sembrava GRANDE !
Erano gli anni in cui mi azzardavo a scrivere poesie: la poesia in onore di π dove ogni parola ha tanti caratteri quanto la corrispondente cifra di pigreco: Non3 è1 fior4 l1'aspra5 illusione9 ...

Cambio una immagine usandone una interna

In questo modo posso mettere tutte le immagini interne in fondo, dove non disturbano e realizzare un documento HTML pulito, non interrotto da montagne di immagini interne in base64...

Clicca sull'immagine per cambiarla

Le immagini interne sono state rese invisibili con l'attributo style="display:none" e stanno fisicamente dopo questo testo.
Se questo documento viene stampato si ottengono tre distinte pagine grazie al cambiopagina imposto, come è possibile fare con un normale editor di testi.

Giampaolo Bottoni
8 settembre 2011

qz0000003
qz0000004
qz0000005
qz0000006
qz0000007

Cella 20 : Famiglia Bottoni di due secoli fa...

Luigi ed Emma giovani col loro primogenito Gerolamo ++

Ovvero ultima cella di questo esempio...