Informazioni generaliHo usato, come marca contenitrice dell'intera pagina, la marca <table> ma non l'ho centrata per cui la tabella viene giustificata completamente a sinistra anche se la lunghezza di ogni riga viene controllata dalla marca <table> tramite l'attributo width="636". Come funziona ?Questo è una pagina XHTML ossia è una pagina XML in cui alcune marche hanno proprietà grafiche analoghe a quelle possedute dalle omonime marche dei documenti HTML.Questo documento sfrutta la creatività permessa dai file XML in cui è lecito inventarsi marche a piacere secondo le proprie necessità. Invece di utilizzare marche già usate in HTML ho quindi utilizzato due marche italianissime ossia <documento> e <pagina> mentre la visualizzazione la piloto usando le marche standard dell' XHTML ossia dell' HTML. La marca <documento> viene usata dalle istruzioni ECMAScript solo per essere individuata grazie al suo attributo identificativo id="tabella" mentre le varie marche di nome <pagina> debbono essere o visibili singolarmente o tutte assieme e dunque a loro ho dato, di default, l'attributo style="display:none". Ci penseranno poi le istruzioni ECMAScript a cambiare il valore dell'attributo style facendolo diventare, quando occorre, style="display:block". Impostato in questo modo l'intero documento, ho scritto alcune pagine preliminari in cui mostro i pro e i contro del popolare l'interno di ciascuna pagina usando le due marche standard dell'HTML <div> e <table>. Guardare dunque le pagine immediatamente successive a queste e leggere anche le pagine seguenti che sono vari esempi di come si può popolare l'interno di ciascuna pagina. |
Seconda paginaNotare che in questa pagina l'intera pagina è centrata sulla finestra ma il testo è giustificato NON al lato sinistro della finestra... Spiego poi il perché ha luogo questo effetto grafico... |
Qui ho usato come cornice una marca <div> ma avendole dato l'attributo style="text-align:left" il risultato è che l'intero testo viene giustificato COMPLETANENTE a sinistra e non entro i limiti della marca contenitrice.con seconda riga Terzo testo
ma anche con terza ( pagina 2).
Quarta paginaQuesto testo deve stare entro i margini della tabella in modo che ad ogni cambio di riga, come ho appena fatto, il testo sia giustificato nello stesso modo DENTRO I CONFINI DELLA TABELLA... come dovrei constatare qui... |
Cella 5Un esempio di grafica vettoriale SVG.Le marche usate sono le seguenti<svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink" width="400" height="500" viewBox="0 0 962 1202"> <style type="text/css"> /* <![CDATA[ */ text.base {fill:navy;font-size:16;font-family:verdana} /* ]]> */ </style> <title>Varie forme elementari</title> <desc>Riquadro ed altro...</desc> <rect x="1" y="1" width="960" height="1200" style="fill:none; stroke:black; stroke-width:2" /> <a xlink:href="http://www.elegio.it/svg" > <text id="testo" y="50" class="base" > <tspan x="50" dy="0" >Schema base</tspan> <tspan x="50" dy="20" >Adattabile in base alle esigenze</tspan> <tspan x="50" dy="20" >G.Bottoni 6/luglio/2011</tspan> </text> </a> <ellipse cx="500" cy="300" rx="280" ry="160" style="fill:red; stroke:blue" transform="rotate(20,500,300)" /> <ellipse cx="500" cy="300" rx="280" ry="160" style="fill:none;stroke:black;stroke-width:2" /> <defs> <symbol id="tondo1"> <circle cx="185" cy="185" r="180" style="fill:none;stroke:black;stroke-width:4" /> <circle cx="185" cy="185" r="100" style="fill:silver;stroke:black;stroke-width:2" /> </symbol> </defs> <use x="300" y="10" xlink:href="#tondo1" /> <use x="300" y="310" xlink:href="#tondo1" /> <use x="300" y="610" xlink:href="#tondo1" /> <use x="300" y="910" xlink:href="#tondo1" /> </svg> |
Cella 6: impratichirsi a realizzare archi ellitticiLe marche usate sono le seguenti<svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink" width="400" height="500" viewBox="0 0 962 1202"> <style type="text/css"> /* <![CDATA[ */ text.base {fill:navy;font-size:16;font-family:verdana} /* ]]> */ </style> <title>Varie forme elementari</title> <desc>Riquadro ed altro...</desc> <rect x="1" y="1" width="960" height="1200" style="fill:none; stroke:black; stroke-width:2" /> <a xlink:href="http://www.elegio.it/svg" > <text id="testo" y="50" class="base" > <tspan x="50" dy="0" >Schema base</tspan> <tspan x="50" dy="20" >Adattabile in base alle esigenze</tspan> <tspan x="50" dy="20" >G.Bottoni 6/luglio/2011</tspan> </text> </a> <!-- Importante ricordare: La curva arco ellittico ha un punto di controllo e tre parametri. L'arco viene tracciato dal punto iniziale che è il punto a cui è arrivata la curva, al punto finale che va specificato come ultimo dato. Il punto di controllo è la coppia di semiassi dell'ellisse e se sono uguali l'ellisse è un cerchio. I tre parametri sono l'angolo di rotazione degli assi dell'ellisse e due indici che possono valere solo 0 o 1 e servono per determinare quale usare dei quattro modi possibili per collegare gli estremi dell'arco (il punto iniziale col punto finale). Il comando e' dunque: a rx,ry rot pg,op xf,yf La a è l'iniziale di "arco". --> <path style="fill:none;stroke:red;stroke-width:5" d="M 360 800 a 400 200 30 1 1 250 50 m -250 -50 a 400 200 20 1 1 250 50 m -250 -50 a 400 200 10 1 1 250 50 m -250 -50 a 400 200 0 1 1 250 50 m -250 -50 a 400 200 -10 1 1 250 50 m -250 -50 a 400 200 -90 1 1 250 50" /> <text y="1050" > <tspan x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" > Il comando è: "a rx,ry rot pg op xf,yf" dove xf,yf rappresenta il punto finale rx,ry il punto di controllo, pg il selettore ( 0 o 1 )</tspan> <tspan x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" > ed op è l'indice di opzione di percorrenza ( 0 o 1 ).</tspan> <tspan x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" > Si constata che rx,ry e rot non dipendono dagli estremi del segmento ma dal sistema generale di coordinate ossia</tspan> <tspan x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" > rx è il semiasse dell'ellisse lungo l'asse x,ry il semiasse lungo l'asse y e rot indica l'angolo di rotazione da dare</tspan> <tspan x="10" dy="25" fill="blue" font-family="arial" font-size="18" > alla coppia di assi ortogonali dell'ellisse. A questo punto entrano in gioco i due indici che valgono 0 o 1.</tspan> </text> </svg> |
Cella 7: Costruzione del pentagono |
Cella 8 : Equazioni di Maxwell in spazi curviGiampaolo Bottoni: 20090424 Il tensore del campo elettromagnetico Fa,b è un tensore antisimmetrico che soddisfa alle seguenti equazioni differenziali (notare il dettaglio : per evidenziare le operazioni di contrazione quando saturo indici uso i caratteri i,j,k,m... mentre per gli indici non saturati uso i primi caratteri dell'alfabeto ossia a,b,c,d... ) : |
Cella 9 : Tensore di Ricci + piccolo prontuarioGiampaolo Bottoni: versione 20090423 http://www.elegio.it/mc2/Ricci-Riemann.html Vedere anche: http://www.elegio.it/mc2/maxwell-generale.html Avvertenza 1: nel seguito uso il carattere ":" (un duepunti in grassetto) per indicare la derivata covariante e il carattere "/" ( barra in grassetto) per indicare la derivata ordinaria; gli indici sono sempre separati tra loro o da una virgola o da un duepunti o da una barra perché in questo modo sono possibili indici multicaratteri. L'uso del duepunti è insolito perché la maggioranza degli autori preferisce il puntoevirgola per la derivata covariante e la virgola per la derivata ordinaria ma, in questo modo non ho più un simbolo per separare indici multicaratteri e poi trovo mnemonico il fatto che sia il duepunti che la barra in certi contesti indicano entrambi l'operazione di divisione. Dirac usa i duepunti per la derivata covariante ma la virgola per la derivata ordinaria. Mi scuso per queste mie convenzioni personali che però trovo piuttosto ...ragionevoli. L'operazione di moltiplicazione non è mai sottintesa ma sempre indicata con l'operatore "·" ed anche questo viene fatto per consentire l'eventuale uso di nomi ovvero simboli multicarattere. Avvertenza 2: il rischio di commettere errori nel calcolo tensoriale o per pura distrazione o avendo mescolato formule tratte da vari autori senza accorgersi della presenza di convenzioni diverse e tra loro in contrasto, è fortissimo. NON ho verificato queste formule con alcun software di calcolo simbolico e dunque... declino ogni responsabilità ma gradirei molto sapere che qualcuno ha verificato al calcolatore le formule che qui riporto... trovandole ( spero) corrette. Dal tensore di Riemann-Christoffel al tensore di RicciIl tensore di Riemann è un tensore a quattro indici quindi teoricamente, in quattro dimensioni, potrebbe avere 256 componenti distinte. In realtà sfruttando tutte le sue simmetrie si trova che ne ha N2·(N2 − 1 )/12. Ponendo N=4 si trova 16*15/12 = 20 componenti distinte. Dato che i vari autori non sono tra loro coerenti trascrivo la formula precisando che è tratta dal Landau-Lifšits a pag. 341 [ formula (91,4) ]; noto che anche l'Hobson adotta questa definizione riportata a pag. 158 [ formula (7.13) ] :[1]
Ra,b,c,d =
Γa,b,d /c −
Γa,b,c /d +
Γa,c,k·Γk,b,d −
Γa,d,k·Γk,b,c
La precedente formula, complicata ma non complicatissima presenta, all'atto pratico, una difficoltà ossia il fatto di dover effettuare derivate parziali ordinarie dei simboli di Christoffel di seconda specie. Tali simboli sono ottenuti dai simboli di Christoffel di prima specie elevando il primo indice tramite il tensore metrico controvariante. Ma questo implica che per derivare i simboli di Christoffel di seconda specie è necessario saper derivare le componenti del tensore metrico controvariante il che non è banale. Dall'identità ga,b:c = 0 si deduce che: [2]
g a,b/c =
−
Γa,m,c·g m,b
−
Γb,m,c·g m,a
Le simmetrie del tensore di Riemann sono più evidenti scrivendo il tensore in forma totalmente covariante ( tutti e quattro gli indici in basso ) ma a questo punto non bisogna cadere nel trabocchetto di abbassare il primo indice della formula [1] usando il tensore metrico covariante. Non è lecito infatti alzare o abbassare indici di una grandezza che è derivata con la derivazione parziale ordinaria. Solo la derivazione covariante infatti permuta con il tensore metrico e dunque... attenti a non sbagliare. Per ottenere la versione del tensore di Riemann totalmente covariante bisogna ricavare l'espressione della derivata ordinaria dei simboli di Christoffel di seconda specie che, come è noto, sono ottenuti da quelli di prima specie con la formula: [3]
Γa,b,c =
g a,n ·
Γn,b,c
dove: [4]
Γa,b,c = ( − ga,b /c + ga,c /b
+ gb,c /a )/2
Pertanto la derivata di un simbolo di Christoffel di seconda specie è data da: [5]
Γa,b,c,/d =
g a,m· (
Γm,b,c/d −
Γnm,d ·
Γn,b,c ) −
Γa,m,d·
Γm,b,c
Questa formula ha una notevole importanza pratica perché consente di calcolare direttamente il tensore di Riemann scritto col solo primo indice controvariante. L'alternativa è quella di calcolare il tensore di Riemann in forma totalmente covariante e poi alzare l'indice che occorre. Evidenziando le derivate seconde il tensore di Riemann ( vedere pag. 159 dell' Hobson ed altri ) ha questa espressione: [6]
Ra,b,c,d = (
gb,c /a/d − ga,c /b/d +
ga,d /b/c − gb,d /a/c )/2
− gh,k·(
Γh,a,c·Γk,b,d −
Γh,a,d·Γk,b,c )
Esaminiamo le simmetrie di Ra,b,c,d . 1) emisimmetrico rispetto ai primi due indici[7]
Rb,a,c,d = − Ra,b,c,d
2) emisimmetrico rispetto agli ultimi due indici[8]
Ra,b,d,c = − Ra,b,c,d
3) La somma della rotazione dei tre ultimi indici è nulla[9]
Ra,b,c,d + Ra,d,b,c + Ra,c,d,b = 0
4) simmetrico rispetto allo scambio della prima coppia di indici con la seconda[10]
Rc,d,a,b = Ra,b,c,d
5) Identico con gli indici in ordine inverso[11]
Rd,c,b,a = Ra,b,c,d
Ovviamente alcune di queste proprietà sono deducibili dalle altre ma è comodo tenerle presente in modo distinto. Il tensore di RicciUn tensore doppio si può ottenere contraendo tra loro due dei quattro indici di un tensore quadruplo. Ma esistono sei modi diversi di contrarre una coppia di indici di un tensore quadruplo ossia il primo col secondo oppure col terzo oppure col quarto, il secondo col terzo oppure col quarto e il terzo col quarto. Dato che, però il tensore di Riemann gode di parecchie simmetrie, da esso non si possono ottenere sei diversi tensori di second'ordine ma soltato uno ( a parte il segno ) o il tensore identicamente nullo.Elenco le sei possibilità: [12]
Rb,b,c,d = 0Rc,b,c,d = − Rb,d Rd,b,c,d = Rb,c Ra,c,c,d = Ra,d Ra,d,c,d = − Ra,c Ra,b,d,d = 0 [13]
Ra,b = Rb,a
Il piccolo/grosso guaio è che gli autori NON usano sempre la stessa definizione di tensore di Ricci. Alcuni lo definiscono come la contrazione tra il primo e l'ultimo indice del tensore di Riemann ( convenzione adottata dal testo di P.A.M.Dirac, cap. 14 oppure l'Hobson,Efstathiou,Lasenby a pag.162, cap. 7.11 oppure da Barry Spain formula 33.1 ) oppure, con conseguenze identiche, la contrazione tra secondo e terzo indice ( come fa il Finzi Pastori a pag. 183, formula 55) mentre altri lo definiscono come la contrazione tra il secondo e l'ultimo indice del tensore di Riemann ( come Robert M. Wald, formula 3.2.25 ed anche N.M.J. Woodhouse a pag. 90 del suo libro "General Relativity") oppure, con conseguenze identiche, la contrazione tra il primo ed il terzo indice ( convenzione adottata dal Landau-Lifšits , formula 92,6 "Teoria dei campi" ed anche Misner,Thorne e Wheeler in "Gravitation" a pag.222 nella 8.47). Le due famiglie di definizioni differiscono, come si è visto, per il segno e dunque ... bisogna fare attenzione ai segni ! Qui si adotta la definizione della prima famiglia ossia contrazione tra primo ed ultimo indice o tra secondo e terzo. Il tensore di Riemann è antisimmetrico rispetto allo scambio tra loro della prima coppia di indici, antisimmetrico rispetto allo scambio tra loro della seconda coppia di indici e simmetrico rispetto allo scambio della prima con la seconda coppia. Per esempio: R3203 = − R2303 = − R0323 Sfruttando le simmetrie si può fare sempre in modo che il primo indice sia minore del secondo, che il terzo sia minore del quarto, che il primo non sia maggiore del terzo e se primo e terzo sono uguali, il secondo non sia superiore al quarto. Date queste regole vediamo quali sono le componenti indipendenti ( a parte il segno ): In quattro dimensioni si ha: R0101 , R0102 , R0103 , R0112 , R0113 , R0123 = R0213 − R0312 , R0201 = R0102 , R0202 , R0203 , R0212 , R0213 , R0223 , R0301 = R0103 , R0302 = R0203 , R0303 , R0312 , R0313 , R0323 , R1201 = R0112 , R1202 = R0212 , R1203 = R0312 , R1212 , R1213 , R1223 , R1301 = R0113 , R1302 = R0213 , R1303 = R0313 , R1312 = R1213 , R1313 , R1323 , R2301 = R0123 , R2302 = R0223 , R2303 = R0323 , R2312 = R1223 , R2313 = R1323 , R2323 In quattro dimensioni dunque trovo che i termini indipendenti del tensore di Riemann sarebbero ... 21 ma sussiste anche la regola che mantenendo fisso un indice e ruotando circolarmente gli altri tre la somma dei tre elementi è nulla. Questo vuol dire che R0123 + R0312 + R0231 = 0 ma R0231 coincide con − R0213 per cui R0213 è dato da ( R0123 + R0312 ) e dunque il termine R0213 NON è un termine indipendente. Dunque, come previsto, è confermata la formula secondo cui dato N il numero di dimensioni, i termini indipendenti devono essere N·N·(N·N − 1 )/12 ossia 20 se N=4. Regola di commutazione degli indici di derivazioneDato un generico vettore covariante Aj , la formula da applicare nel commutare gli indici di derivazione è:[14]
Aj:n:p − Aj:p:n = Ah·Rh,j,n,p
= Ah·Rh,j,n,p
Ma ovviamente questa relazione può essere scritta in vari altri modi come ad esempio invertendo l'ordine degli indici: [15]
Aj:n:p − Aj:p:n = Ah·Rp,n,j,h
= Ah·Rp,n,j,h
Se il vettore da derivare doppiamente è controvariante ossia Aj, si ha, tra le tante possibilità di esprimere la relazione, la seguente: [16]
Aj:n:p − Aj:p:n =
Ah·Rj,h,p,n
Contrazione di un vettore con uno dei due indici di derivazioneDato un vettore doppiamente derivato è possibile contrarre l'indice del vettore con il primo o con il secondo indice di derivazione. L'operazione in genere produce risultati diversi e la differenza tra le due contrazioni dipende dal valore del tensore di Ricci. Le due contrazioni sono identiche se il tensore di Ricci è nullo.[17]
Aj:n:j − Aj:j:n
= Ah·Rh,j,n,j
= −Ah·Rh,n
Anche se ovvio, sottolineo il fatto che gli indici tensoriali possono essere alzati ed abbassati senza invalidare la formula per cui ci si può sbizzarrire a scrivere la precedente formula in parecchi modi, come ad esempio: [17a]
Aj:n:j − Aj:j:n
= −Ah·Rh,n
Formule utiliLa derivata tensoriale di un vettore covariante:[18]
Ai :k = Ai /k −
Γh,i,k·Ah
La derivata tensoriale di un vettore controvariante: [19]
Ai:k = Ai/k +
Γi,h,k·Ah
La derivata seconda di uno scalare U ( è evidentemente commutativa) : [20]
U:i:k = U/i/k −
Γh,i,k·U/h
La derivata seconda di un vettore Aa è una complicata miscela di derivate seconde ordinarie, di derivate prime ordinarie e di componenti del vettore doppiamente derivato: [21]
Aa :i:k = Aa /i/k −
Γh,a,i·Ah/k −
Γh,a,k·Ah/i −
Γh,i,k·Aa/h + (
Γs,a,k·Γh,s,i +
Γs,i,k·Γh,s,a −
Γh,a,i/k )·Ah
L'ultimo termine di questa formula, ossia Γh,a,i/k , è la derivata ordinaria di un simbolo di Christoffel di seconda specie e questo evidenzia il fatto che la formula [5] è praticamente indispensabile quando bisogna effettuare la derivata seconda covariante delle componenti di un tensore. Si noti, inoltre, che questa formula è molto importante, sempre sul piano pratico, perché gli indici delle derivate covarianti possono essere alzati come normali indici covarianti e dunque da questa formula si possono dedurre le sette varianti Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k , Aa:i:k . Una avvertenza importantissima mai abbastanza ribadita è questa: la derivata covariante commuta col tensore metrico perché è stata definita proprio per possedere questa proprietà ma la derivata ordinaria NON commuta col tensore metrico per cui, nelle formule in cui compare un elevamento o un abbassamento di indici è tassativo rispettare l'ordine delle operazioni. In altre parole gh,k·Ah/i non è uguale a Ak/i mentre ovviamente gh,k·Ah:i = Ak:i. A maggior ragione il rischio di sbagliare si presenta quando si elevano indici in formule complicate come questa della derivata seconda covariante di un vettore in cui compaiono parecchie operazioni di derivazione ordinaria che vanno effettuate scrupolosamente prima di applicare il tensore metrico controvariante. La divergenza di un vettore Ai ( essendo |g| il valore assoluto del determinante del tensore metrico covariante ) : [22]
Ai:i = |g|−½
·( Ai·|g|½ )/i
La divergenza di un tensore doppio simmetrico S i,k = S k,i : [23]
S i,k:k = |g|−½
·( S i,k·|g|½ )/k
− S k,h·gk,h/i /2
La divergenza di un tensore doppio antisimmetrico E i,k = − E k,i : [24]
E i,k:k = |g|−½
·( E i,k·|g|½ )/k
La prima delle due divergenze possibili di un tensore doppio generico T i,k : [25]
T i,k:i = |g|−½
·( T i,k·|g|½ )/i
+ Γk,i,h·T i,h
La divergenza del gradiente di uno scalare U. [26]
U :i:i = |g|−½
·( |g|½ · g i,k·
U/k )/i
Metrica diagonaleNel caso di metrica diagonale uso sempre solo il tensore metrico covariante e lo indico come se fosse una funzione dipendente da un solo indice ( ossia gh,h = g(h) ) per evitare che possa scattare la regola della sommatoria sottintesa quando due indici sono rappresentati con lo stesso simbolo ma uno dei due è controvariante e l'altro covariante. Per indicare una sommatoria devo allora indicarla esplicitamente col simbolo ∑. Per esempio :[27]
ds2 = ∑h g(h)·dxh·dxh
Quando ho bisogno del tensore metrico controvariante uso l'inversa della corrispondente funzione covariante ossia gh,h = 1 / g(h). I simboli di Christoffel di seconda specie assumono allora espressioni abbastanza semplici ossia diventano: [28]
Γh,m,k = (
( δm,h +
δm,k )·δm,h·g(h)/k
−
δm,k·g(k)/h ) / ( 2· g(h) )
Dove δh,k = 0 se h ≠ k mentre δh,h = 1 ossia si tratta del simbolo di Kronecker. L'espressione del simbolo di Christoffel può essere sdoppiata nelle tre formule: [29]
Γh,m,k = 0 ;
( se m ≠ h e se m ≠ k
e se h ≠ k )
Γh,m,m = − g(m)/h / (2· g(h)) ; ( m ≠ h ) Γm,m,k = Γm,k,m = g(m)/k / (2· g(m)) Da queste espressioni si deducono quelle delle derivate dei simboli di Christoffel di seconda specie ossia: [30]
Γh,m,k/n = 0 ;
( se m ≠ h e se m ≠ k e se h
≠ k )
Γh,m,m/n = − g(m)/h/n/(2· g(h)) + g(m)/h · g(h)/n/(2· g(h)2) ; ( m ≠ h ) Γm,m,k/n = Γm,k,m/n = g(m)/k/n/(2· g(m)) − g(m)/k · g(m)/n/(2· g(m)2) BibliografiaNella mia biblioteca personale:
Il mare magnum delle teorie sulla gravitazioneUn argomento da approfondire ma interessante dato che.... anche io ho la mia che forse tirerò fuori se e quando i tempi saranno maturi ( e se non scoprirò che ho fatto una re_invenzione o ... una cavolata )
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Cella 10: SemiVuotahttp://www.alumni.polimi.it/it/Wall ( ing. nucleare 1972 )Giampaolo Bottoni: gpbottoni@gmail.com |
Cella 11 . Punta Astri
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Cella 12In rete...
Nabla (∇ == ∇ ) == ∇ Per editare formule matematiche con MathML visitare il sito www.dessci.com/en/ dove vengono offerti MathType, WebEq, MathFlow, MathPlayer. Le fonti Unicode che contengono simboli matematici sono Arial Unicode MS e Lucida Sans Unicode per cui è prudente usarle esplicitamente ad esempio scrivendo: <style> span { font-style:normal; font-family: Arial Unicode MS, Lucida Sans Unicode} </style> Qui di seguito elenco i codici dei più frequenti caratteri matematici con a fianco il risultato visibile: <span title="middot">·</span> · <span title="minus">−</span> − <span title="frac12">½</span> ½ <span title="Gamma">Γ</span> Γ <span title="Delta">Δ</span> Δ <span title="Omega">Ω</span> Ω <span title="alpha">α</span> α <span title="beta">β</span> β <span title="gamma">γ</span> γ <span title="delta">δ</span> δ <span title="kappa">κ</span> κ <span title="lambda">λ</span> λ <span title="mu">μ</span> μ <span title="pi">π</span> π <span title="rho">ρ</span> ρ <span title="phi">φ</span> φ <span title="psi">ψ</span> ψ <span title="omega">ω</span> ω <span title="nabla">∇</span> ∇ <span title="sum">∑</span> ∑ <span title="prod">∏</span> ∏ <span title="radic">√</span> √ <span title="bull">•</span> • <span title="part">∂</span> ∂ <span title="int">∫</span> ∫ <span title="infin">∞</span> ∞ <span title="asymp">≈</span> ≈ <span title="ne">≠</span> ≠ <span title="equiv">≡</span> ≡ <span title="le">≤</span> ≤ <span title="ge">≥</span> ≥ <span title="un_terzo">⅓</span>⅓ <span title="punto_alto">˙</span>˙ I caratteri greci minuscoli, visualizzati col tag <em>, con style="font-style: normal; font-family: Arial Unicode MS, Lucida Sans Unicode" sono: α β γ δ ε ζ η θ ι κ λ μ ν ξ ο π ρ ς σ τ υ φ χ ψ ω. Per arricchire i testi usare la grafica vettoriale SVG. Ecco due esempietti dinamici: |
Cella 13: Lancette del semi-semigiorno |
Cella 14 : Un esempio di uso della grafica vettoriale<svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink" width="400" height="500" viewBox="0 0 962 1202" onload="startModifica(evt)" > <style type="text/css"> /* <![CDATA[ */ text.base {fill:navy;font-size:16;font-family:verdana} /* ]]> */ </style> <title>Varie forme elementari</title> <desc>Riquadro ed altro...</desc> <rect x="1" y="1" width="960" height="1200" style="fill:none; stroke:black; stroke-width:2" /> <a xlink:href="http://www.elegio.it/svg" > <text id="testo" y="50" class="base" > <tspan x="50" dy="0" >Schema base</tspan> <tspan x="50" dy="20" >Usa Javascript per fare poligoni insoliti...</tspan> <tspan x="50" dy="20" >G.Bottoni 11/luglio/2011</tspan> </text> </a> <script type="text/ecmascript"><![CDATA[ function startModifica(evt){ var oggetto,ss; ss="M 100 620 "; ss+=poligono(190,7,1,"a 70 100 0 0 1"); oggetto=evt.target.ownerDocument.getElementById("primaforma"); oggetto.setAttribute("d",ss) ss="M 120 820 "; ss+=poligono(190,5,1,"t"); oggetto=evt.target.ownerDocument.getElementById("secondaforma"); oggetto.setAttribute("d",ss) ss="M 470 320 "; ss+=poligono(100,9,4,"l"); oggetto=evt.target.ownerDocument.getElementById("terzaforma"); oggetto.setAttribute("d",ss) } // function poligono(lato,nn,passo,dico){ var ss,rr,xx,xn,yy,yn,j; ss=" "; rr=lato/Math.sin(Math.PI/nn); xx=-rr; yy=0; for(j=1;nn+1>j;j++){ xn=-rr*Math.cos( 2*Math.PI*passo*j/nn); yn=rr*Math.sin( 2*Math.PI*passo*j/nn); ss+=" "+dico+" "+Math.round(xn-xx)+" "+Math.round(yn -yy)+" "; xx=xn; yy=yn; } return ss; } ]]></script> <g transform="scale(0.9)"> <path id="primaforma" style="fill:yellow;stroke:red;stroke-width:5" d="M 1 1" /> <path id="secondaforma" style="fill:none;stroke:blue;stroke-width:5" d="M 1 1" /> <path id="terzaforma" style="fill:none;stroke:magenta;stroke-width:5" d="M 1 1" /> </g> </svg> |
Cella 15 : Come estrarre immagini dai file *.mht creati da Internet Explorer 9Le immagini di queste pagine HTML sono interne e scritte in base64 e questa pagina è leggibile sia con Internet Explorer 9 che con Firefox 6, Opera 11, Chrome 13, Safari 5 e non so quanti altri browser internet.L'immagine di Albert Einstein triste è stata ottenuta da Internet Explorer 9 visitando e poi salvando la pagina : http://www.elegio.it/doc/ ma attenzione! usando la modalità "Archivio Web, file unico (*.mht)" Fatto questo, ho rinominato il file prodotto da IE9 che aveva l'estensione .mht dandogli l'estensione .txt in modo che fosse apribile con il programma Blocco note che si trova installato automaticamente nel sistema operativo Windows ( aprire la cartella Accessori ). Fatto questo cambiamento dell'estensione del file, ho aperto il file ed ho facilmente individuato l'immagine che cercavo. Difficile sbagliarsi visto che ogni immagine è fatta da un enorme ammasso di caratteri alfanumerici ... Infatti l'inizio dell'immagine del file generato da IE9 era segnalato da questo testo: ------=_NextPart_000_0000_01CC6F9A.8DC81AD0 Content-Type: image/jpeg Content-Transfer-Encoding: base64 Content-Location: http://www.elegio.it/doc/albert_einstein_allegrissimo.jpg /9j/4AAQSkZJRgABAQEAYABgAAD/4QBuRXhpZgAASUkqAAgAAAABAGmHBAABAAAAGgAAAAAAAAAB AIaSAgA6AAAALAAAAAAAAABDUkVBVE9SOiBnZC1qcGVnIHYxLjAgKHVzaW5nIElKRyBKUEVHIHY2 MiksIHF1YWxpdHkgPSA4MAoA/9sAQwAIBgYHBgUIBwcHCQkICgwUDQwLCwwZEhMPFB0aHx4dGhwc ICQuJyAiLCMcHCg3KSwwMTQ0NB8nOT04MjwuMzQy/9sAQwEJCQkMCwwYDQ0YMiEcITIyMjIyMjIy MjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIy/8AAEQgBwgFGAwEiAAIR AQMRAf/EAB8AAAEFAQEBAQEBAAAAAAAAAAABAgMEBQYHCAkKC//EALUQAAIBAwMCBAMFBQQEAAAB fQECAwAEEQUSITFBBhNRYQcicRQygZGhCCNCscEVUtHwJDNicoIJChYXGBkaJSYnKCkqNDU2Nzg5 OkNERUZHSElKU1RVVldYWVpjZGVmZ2hpanN0dXZ3eHl6g4SFhoeIiYqSk5SVlpeYmZqio6Slpqeo ...etc...Allora, col copia/incolla ho ricopiato l'immagine mettendola in questo file HTML e le ho cambiato l'intestazione, stando ovviamente molto attento a non modificare nessuno dei caratteri alfanumerici dell'immagine. Ho scritto al suo inizio ( evidenzio in rosso quello che ho appositamente scritto ) :
<img id="albert_einstein_allegrissimo" src="data:image/jpg;base64,
/9j/4AAQSkZJRgABAQEAYABgAAD/4QBuRXhpZgAASUkqAAgAAAABAGmHBAABAAAAGgAAAAAAAAAB
AIaSAgA6AAAALAAAAAAAAABDUkVBVE9SOiBnZC1qcGVnIHYxLjAgKHVzaW5nIElKRyBKUEVHIHY2
MiksIHF1YWxpdHkgPSA4MAoA/9sAQwAIBgYHBgUIBwcHCQkICgwUDQwLCwwZEhMPFB0aHx4dGhwc
ICQuJyAiLCMcHCg3KSwwMTQ0NB8nOT04MjwuMzQy/9sAQwEJCQkMCwwYDQ0YMiEcITIyMjIyMjIy
MjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIyMjIy/8AAEQgBwgFGAwEiAAIR
AQMRAf/EAB8AAAEFAQEBAQEBAAAAAAAAAAABAgMEBQYHCAkKC//EALUQAAIBAwMCBAMFBQQEAAAB
fQECAwAEEQUSITFBBhNRYQcicRQygZGhCCNCscEVUtHwJDNicoIJChYXGBkaJSYnKCkqNDU2Nzg5
OkNERUZHSElKU1RVVldYWVpjZGVmZ2hpanN0dXZ3eHl6g4SFhoeIiYqSk5SVlpeYmZqio6Slpqeo
...etc...
Questo è tutto !
Concludendo...È vero che, attualmente solo Internet Explorer 9 è capace di leggere le pagine con estensione .mht ma con il metodo che ho suggerito è possibile tradurre in base64 anche una lunga serie di immagini ed usarle nell'ambito di un normale documento .html.A conclusione riporto l'immagine, ottenuta col metodo che ho qui spiegato, del povero Albert Einstein che mi sembra molto depresso perché sia dall' Al_Di_Qua che dall' Al_Di_Là vedeva ( è morto nel 1955 ) e vede che i giornalisti lo ricordano solo perché a loro, in gran parte imbecilli e scocciatori, cacciava fuori la lingua e che nessuno cerca di studiare e capire veramente la sua teoria della Relatività Generale tranne forse, a Milano, un povero ( coi tempi che corrono ) pensionato sfaccendato che scrive ancora programmi in Fortran con un compilatore ( aggiornato alla versione 2003 , estensione .f03 gratuitamente scaricabile dal sito http://www.g95.org ) utilissimo per fare calcoli di R.G. con altissima precisione ossia con ben trenta cifre significative per evidenziare le piccolissime perturbazioni prevedibili con la teoria della Relatività sia Generale che Speciale ( questa certificata da una miriade di dati sperimentali ). Visitare, per esempio:
10 settembre 2011 |
Cella 16: Perché non un CANDU refrigerato a piombo 208 liquido ?Atti del convegno del 27 luglio 2011. Attenzione: PDF di circa 26 MBytesCOMUNICATO STAMPAGli Atti del convegno per la sua prossima ripartenza. (LIBERAMENTE PUBBLICABILE - NON RISERVATA PROPRIETÁ)(Roma 18 agosto 2011 ) - Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn) comunica che gli Atti del convegno “Nucleare: la ripartenza dopo il referendum”, svoltosi lo scorso 27 luglio 2011 presso la Sede de “L’opinione delle Libertà” in Roma, sono scaricabili (25,25 mega) in formato pdf, selezionando la voce corrispondente alla pagina web... Dal sito del CIRN ottimizzato per Internet Explorer ma visitabile, con qualche limitazione, anche usando Firefox, Chrome o altri browser, http://www.giorgioprinzi.it/nucleare/audiovisivifonti/energia.htm il PDF dedicato alla ripartenza del nucleare dopo il referendum contenente il mio contributo SVOLAZZANTE NELL'IPERURANIO ( dove qui URANIO non si riferisce a quello naturale, impoverito o arricchito ma al COSMO ). In mezzo alla disputa e polemica generale, io mi domando ingenuamente perché nessuno si sia provato a fare un reattore economicissimo ossia redditivitissimo, con un nocciolo privo di pressione ( pericolosa... le cose in pressione possono cedere e rilasciare radioattività ) e privo di sostanze infiammabili come il carbonio o il sodio liquido ( di cui erano fatti anche i reattori ucraini RBMK e i reattori veloci tipo il SuperPhoenix e inclusi anche tra quelli futuribili di QUARTA GENERAZIONE ) . Intendo un reattore simile a quello già fatto e ampiamente commercializzato dai canadesi, i CANDU... che usano come refrigerante l'acqua pesante che comunque deve essere pressurizzata ma usando, al posto dell'acqua pressurizzata attorno alle cento atmosfere ( circa 10 MPa ) il tranquillissimo piombo o bismuto liquido che non è infiammabile, non bolle per nulla neppure ad altissima temperatura ossia attorno ai 500 gradi centigradi ( ossia sotto la temperatura alla quale comincia ad essere corrosivo per l'acciaio, circa 750 K) e quindi non necessita alcuna pressurizzazione. L'uso del piombo e bismuto liquido è già stato sperimentato dai russi per fare motori di sommergibili nucleari al tempo dell' URSS ma poi ci fu la crisi dell'URSS e mancarono i soldi quasi perfino per dar da mangiare ai ricercatori ... Tra i reattori di quarta generazione è incluso ( uno dei sei tipi studiati ) il reattore veloce a piombo e bismuto liquidi e i russi attualmente stanno costruendo un prototipo che sarà molto più grosso del CIRENE ossia il simil CANDU mai entrato in funzione dopo decenni di studi cartacei e poco più, in Italia, refrigerato però ad acqua leggera bollente e non ad acqua pesante liquida grazie all'alta pressione usata... Dunque i russi, entro il 2020, se sono più di parola degli italiani, dovrebbero mettere in esercizio questo reattore più piccolo dell' EPR francese ( un reattore ad acqua leggera pressurizzata gigantesco ossia un gigantesco PWR ) ma contando molto sulla modularità ossia proponendo vari reattori medio_grandi ma non enormi nello stesso sito piuttosto che un solo reattore di dimensioni ciclopiche perché quando lui va fermato per cambiare il combustibile, l'intera centrale smette di produrre energia mentre se nel sito della centrale ci sono... mettiamo... cinque reattori di media taglia, quando se ne deve fermare uno per cambiargli il combustibile la centrale opera comunque all'80% della sua potenza nominale e non allo 0%. Inoltre un reattore di media taglia costa, come singola unità, meno di uno di taglia ciclopica per cui il padrone della centrale può scaglionare nel tempo l'investimento ovvero l'onere finanziario e sfruttare gli utili degli impianti già entrati in funzione e dunque già redditizi.. Va bene dunque, anzi OTTIMO quello che stanno facendo i russi ma allora perché io propongo ( e spero non solo io ) un CANDU refrigerato a piombo-bismuto liquido ? Perché i CANDU fanno uso di uranio pochissimo arricchito o addirittura uranio naturale mentre i reattori veloci al piombo-bismuto liquido, come tutti i reattori veloci ( che non fanno uso né di acqua leggera o pesante né di carbonio sotto forma di grafite ... incendiabile ) hanno bisogno di uranio molto ma molto arricchito anche se non tanto arricchito da poter essere usato per scopi militari. Dunque un CANDU refrigerato a piombo e/o bismuto liquidi potrebbe forse fare uso di uranio naturale o di uranio pochissimmo arricchito e in questo reattore sarebbe facile anche usare il torio come combustibile fertile e quindi triplicare le riserve mondiali di metalli trasformabili in fissili. L'oro è caro perché è RARO e dunque aumentare la disponibilità di materiale fissionabile a livello mondiale gioverebbe anche a contenere i costi del combustibile nucleare ( questo nei secoli futuri perché per ora l'uranio non scarseggia certamente ! ). Insomma la domanda da cane sciolto oltretutto pensionato che pongo non è banale e peregrina anche se forse, con facile DIETROLOGIA, saprei ipotizzare la vera ragione del NON fare....
Giampaolo Bottoni Se poi penso a questa semplice considerazione nota a qualunque competente ( ma vero competente ossia che sia andato o che vada a guardare le librerie delle sezioni d'urto di assorbimento nucleare degli isotopi del piombo, del bismuto, e li confronti con quelle dell' idrogeno, del deuterio e del carbonio ) mi torno a chiedere: ma come mai non si prende in considerazione la realizzazione di reattori tipo CANDU refrigerati però a piombo 208 assolutamente inerte dal punto di vista neutronico, radiologico e fluidodinamico ??? E' da DIETROLOGO sospettare che qui gatta ci cova ? |
Cella 17La laurea di Antonio Bottoni, mio trisavolo, ossia l'autorizzazione ad esercitare la professione di Medico Veterinario.Notare che la laurea venne data ad Antonio Bottoni nel lontano 27 novembre 1852 quando a Ferrara comandava il Papa Re Pio IX. |
Cella 18 : Grafica vettoriale sovrapposta ad una immagine interna...L'immagine, essendo trattata con la grafica vettoriale SVG può non essere ben visualizzata dal browser... Provare a ricopiare questo documento in una qualche cartella e tentare con un browser moderno quale Firefox 6 o Chrome 13 o Opera 11 o Internet Explorer 9...etc.Uso l'immagine di un bassorilievo esposto a Pietrasanta raffigurante il Cavalier Gorilla omaggiato da un ragazzo sottomesso e conciliante.... Il Cavalier Gorilla con una aureola d'oro accetterà il ramoscello d'olivo del ragazzo ??? Scherzi a parte questo è un esempio di immagine contenuta in una marca SVG. Sovrappongo all'immagine, a puro scopo esemplificativo, una ellisse.... Ho usato le seguenti istruzioni... <svg xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" xmlns:xlink="http://www.w3.org/1999/xlink" width="520" height="380" > <desc>Immagine del cavalier Gorilla </desc> <image x="10" y="10" width="500" height="370" xlink:href="data:image/jpg;base64, [ sbrodolata di dati in base64 ] "> <title>Ecco un bel bassorilievo esposto a Pietrasanta</title> </image> <ellipse id="aureola" cx="115" cy="50" rx="20" ry="10" style="fill:none; stroke:gold; stroke-width:3;" /> </svg>Ovviamente la grafica vettoriale sovrapposta alle immagini bitmap potrebbe essere molto più ricca e interessante per servire da commento al messaggio veicolato dall'immagine... |
Cella 19: Replica immagini e cambiamenti dinamici di fotoNotare che TUTTE LE IMMAGINI SONO INTERNE e contenute in singola copia.Le funzioni ECMAScript usate sono le seguenti due: function ricopio(){ var j,altro,questa=document.getElementById("GiampaoloBottonimultiplo"); var sorgente=questa.getAttribute("src"); var oul=document.getElementById("sorrido"); var lis=oul.getElementsByTagName("img"); for(j=0;lis.length >j;j++){ altro=lis[j]; altro.setAttribute("src",sorgente); } cambio(); } // var conto=4; function cambio(){ conto++; if(conto%5==0){ document.imm00.src=document.imm01.src; } else if(conto%5==1){ document.imm00.src=document.imm02.src; } else if(conto%5==2){ document.imm00.src=document.imm03.src; } else if(conto%5==3){ document.imm00.src=document.imm04.src; } else { document.imm00.src=document.imm05.src; } }Come si nota ho usato due diversi metodi per modificare l'attributo src che viene impostato in base alle varie situazioni. I dati delle immagini in base64 li ho messi in fondo a questo documento per cui non intralciano la lettura delle marche del documento HTML analogamente a come succede quando le immagini sono esterne, ciascuna in un suo apposito file. Il vantaggio di questa gestione dei dati delle immagini è la garanzia che il documento, completamente autonomo, resta integro anche se spedito via email. Per riottenere un file piccolo nonostante l'uso della codifica base64 è consigliabile usare una cartella compressa ossia un file zip. Esempio di ripetizione della stessa immagineMi sembra di essere un po' troppo sorridente visto come sta andando il mondo ora.... L'esempio successivo contiene invece delle immagini intrinsecamente piuttosto interessanti... Beati gli anni della conquista della Luna. Ero giovane ed il futuro mi sembrava ricco di promesse e meraviglioso... e l'America mi sembrava GRANDE ! Erano gli anni in cui mi azzardavo a scrivere poesie: la poesia in onore di π dove ogni parola ha tanti caratteri quanto la corrispondente cifra di pigreco: Non3 è1 fior4 l1'aspra5 illusione9 ... Cambio una immagine usandone una internaIn questo modo posso mettere tutte le immagini interne in fondo, dove non disturbano e realizzare un documento HTML pulito, non interrotto da montagne di immagini interne in base64...Clicca sull'immagine per cambiarla Le immagini interne sono state rese invisibili con l'attributo style="display:none" e stanno fisicamente dopo questo testo. Se questo documento viene stampato si ottengono tre distinte pagine grazie al cambiopagina imposto, come è possibile fare con un normale editor di testi.
Giampaolo Bottoni qz0000003qz0000004qz0000005qz0000006qz0000007 |
Cella 20 : Famiglia Bottoni di due secoli fa...Luigi ed Emma giovani col loro primogenito Gerolamo ++ |