Bozza del 3 marzo 2006 con qualche ritocco del marzo 2010 - gpbottoni@gmail.com ( http://www.elegio.it/mc2/italiano-semplificato2.html )

Italiano semplificato

Premessa filosofica collaterale ed omettibile

Non è prudente ( è ovviamente una opinione personale), da parte di chi è di madre lingua italiana, scommettere unicamente sull'inglese come lingua di comunicazione internazionale.

Il fatto è che, dal punto di vista cinese, la galassia che sembra attualmente in decisa via di formazione, tra tutte le lingue del mondo è il cinese mandarino, la lingua migliore e la più parlata e da sostenere, se non altro, per orgoglio nazionale....

Chi, dunque, lo saprà parlare ( il cinese ) tra i barbari nasilunghi che si dicono bianchi, sarà ovviamente favorito persino rispetto a chi, col casco coloniale e viscerale servilismo anglofilo, tenterà faticosamente di esprimersi ( essendo italiano) nella lingua degli imperialisti americani.

Certo, studiare il cinese è cosa che tutti possono iniziare a fare ma che, temo, pochi italiani riuscirebbero a concludere con successo... e, d'altra parte, è ovvio che la padronanza di una lingua ponte ( tipo l'inglese o il francese un tempo ) dà i maggiori vantaggi a chi la possiede senza nessunissimo sforzo essendo quella la propria lingua madre.

Dunque, almeno a livello linguistico ( o anche a livello linguistico ) gli italiani sono messi male e forse non ci sarà altro da fare, per bilanciare la nostra claudicante economia, che rafforzare il settore turistico riducendo, nei menù, i prodotti poco digeribili per i ricchi cinesi che non disdegnassero di visitare anche le povere e ovunque mendicanti contrade italiane ( tutte, non solo quelle che attingevano alla cassa per il mezzogiorno).

Il dubbio è che forse salteranno l'Italia... quando ci sarà poco da vedere ossia quando avremo affrescato a calce bianca tutte le chiese e gli edifici storici per il timore di offendere i ricchi islamici integralisti e iconoclasti che dovremo compiacere per la carità di qualche metro cubo di metano (magari non quello estratto che costa ma quello naturale prodotto gratis dai loro intestini)....

Certo... dopo una bella imbiancatura avremo allora decorato la Cappella Sistina con qualche arabesco copiato da tappeti persiani ma.... varrà la pena venire dalla Cina solo per guardare qualche accozzaglia di linee geometriche in S. Pietro e per partecipare al digiuno del Ramadam in Vaticano ?

Debbo badare a non farmi prendere la mano dalla mia vena satirica ma, al di là di qualsiasi scherzo, mi sembra sia chiaro il modo di vedere da parte del nuovo Impero giallo d'Oriente ( un po' più in qui di quello del Sol Levante che sta pagando l'errore di essere stato un po' troppo frettoloso nel bruciare i tempi e presuntuoso nel ritenere che non fosse o sarà importante il fatto che per un giapponese ci sono dieci cinesi... per un americano ci sono quattro cinesi ed insomma, di cinesi ce n'è per tutti...).

Divide et impera... pensa giustamente l'oligarchia dei Cesari di Beijing e la cosa assume tanto maggiore autorevolezza quanto più questo trattare tutti equamente, sul piano linguistico, è giustificabile anche in nome della difesa delle identità delle varie e sparpagliate nazionalità del resto del mondo....

Dal punto di vista italiano questa impostazione avrebbe aspetti anche positivi se non fosse che... esistono lingue superiori e lingue inferiori per numerosità e rilevanza economica dei parlanti e... l'italiano è, purtroppo, una lingua inferiore, agli occhi dei cinesi.

Da una rapida analisi dei link riportati in fondo a questa pagina si può desumere che le lingue forti, per i cinesi, sono, oltre ovviamente il cinese stesso, il giapponese, l'inglese, il francese, lo spagnolo, il russo e l'arabo. Il tedesco compare assieme all'esperanto e non escludo che forse, cercando bene, possa saltar fuori un sito cinese che prenda in considerazione il portoghese forte del peso brasiliano e l'italiano ma, credo, si tratterebbe solo di una lodevole eccezione.

Come ogni italiano sa.... l'italiano ha poca fortuna fuori dal territorio italiano e questo è ovviamente un peccato non solo dal punto di vista dell'orgoglio nazionale, che non si mangia ovvero riempie poco lo stomaco, ma anche sul piano dell'immagine pubblicitaria e dunque commerciale dei prodotti e dell'economia italiana.

Mi sembra, con questo, di aver illustrato ampiamente le ragioni di fondo, remote quanto si vuole ma concrete, che giustificano la presente proposta di definire un italiano semplificato ovvero invariante ovvero indeclinato. Un linguaggio facilmente comprensibile dagli italiani stessi ma soprattutto che dovrebbe essere facilmente decrittabile per un commerciante o un turista NON italiano ma dotato di un po' di buona volontà ossia di un vocabolario su cui trovare i simboli di questa lingua senza conoscerne la complicata grammatica.

Se non fosse per il fatto che ogni lingua che non sia stata progettata a tavolino presenta illogicità ed eccezioni che ne ostacolano l'apprendimento da chi non la conosce come madrelingua, direi che il cinese mi sembra una lingua molto più semplice delle lingue europee, grammaticalmente priva di certe complicazioni che caratterizzano persino lingue ispirate dalla logica come l'Esperanto.

Purtroppo nell'apprendimento del cinese pesa la tradizione e dunque la necessità di imparare la scrittura degli ideogrammi ma per il resto....

E' dunque facile immaginare la difficoltà che disincentiva un cinese dall'uso della lingua italiana, oltretutto una lingua inferiore di un popolo in progressivo declino numerico ed economico.

Pensiamo solo alla regola per cui esiste questo strano affare che è l'articolo determinativo che assume forme diverse a seconda del suono del sostantivo: va usato "lo" se la parola che segue inizia per vocale o per x, z, ps, pn, gn, i semiconsonantica o s impura!!! e al plurale "gli" si potrebbe apostrofare davanti a vocale ma non è opportuno farlo perché non suona bene...
"Ecco perché sono in decadenza", penserà qualsiasi cinese, "per forza... sono scemi!".

Ma dove la lingua italiana tocca livelli stratosferici di irrazionalità ( inizia per i come idiozia ) è nell'uso dei verbi, nella storia dell' "-are" "-ere" "-ire" e bastasse solo quella perché almeno non essendoci eccezioni e stranezze.... Invece no! un casino di verbi irregolari che l'orecchio musicale degli italiani, direi il DNA degli italioti, consente di gestire facilmente ma... mettetevi nei panni del povero studente cinese !

Non possedendo io alcuna specifica conoscenza linguistica e potendomi solo dichiarare un discreto conoscitore dell' italiano, quanto propongo concretamente qui va preso con le pinze. In sostanza le regole che mi sono venute in mente vogliono solo attestare la fattibilità della proposta che andrebbe ovviamente approfondita da persone del mestiere.

Mi preme comunque sottolineare che il mio non è puro spirito nazionalistico in favore della lingua italiana ( e della tradizione culturale strettamente legata alla lingua ) ma riguarda il problema assolutamente generale del superamento delle barriere linguistiche.

La mia speranza è che le tecnologie informatiche possano risultare di aiuto ma che, vista la difficoltà tecnica del problema, ci si debba sforzare di mettere comunque in grado i futuri traduttori automatici di funzionare nelle condizioni più favorevoli possibili. Per ogni lingua, penso sia possibile definire un versione semplificata che riduca o elimini quanto la tradizione linguistica ha aggiunto, come incrostazione, all'edificio grammaticalmente razionale di base.

Forse saranno possibili anche traduttori automatici tanto potenti, tanto artificialmente intelligenti, da capire tutto, capaci di gestire bene sia ogni irrazionalità della lingua di partenza che della lingua di arrivo ma... ma sarebbe bello poter pretendere il minimo possibile da chi voglia parlare in una lingua non sua: pretendere solo che riesca a farsi capire pur esprimendosi in modo da far sorridere i bacchettoni custodi della versione classica, storica della lingua: i bacchettoni con la puzza sotto il naso che volendo che un povero studente cinese si esprima come potrebbe fare solo Manzoni o Carducci... lo fanno semplicemente "tornare in sè", gli fanno venire pensieri razionali del tipo : ma sono pazzo a perdere tempo con la lingua di questi poveri scalcagnati fortunatamente in via di estinzione ?.

Regole dell'italiano semplificato

Ribadendo che si tratta di una proposta di massima fatta solo per suggerire l'essenza stessa della proposta ma senza pretesa nè di completezza o organicità o di ottimalità, elenco alcuni punti che mi sembrano qualificanti:
  • Non esistono parole variabili ma anche gli aggettivi, i nomi e i verbi non si declinano ma si completano anteponendo ad essi opportune parole determinative, scelte in modo da risultare espressive anche per un italiano che conosce l'italiano classico ma non quello semplificato.

  • Oltre agli aggettivi, ai nomi e ai verbi, nell'italiano classico sono parole variabili anche l'articolo e i pronomi. Non prendo posizione sulla necessità di accettare solo un numero ridotto di varianti ma trovo che il problema non sia cruciale, sul piano pratico, perché le varietà di articoli e pronomi sono poche e dunque non sarebbe mnemonicamente gravoso accettarle tutte; lo studente straniero non ha comunque molte difficoltà a imparare poche parole di uso frequente e poche regole applicative.
    Ciò detto, visto che nell'italiano semplificato tutti i sostantivi sono neutri e il genere maschile o femminile va indicato solo se ha senso precisarlo, propenderei per la scelta dell'esperanto ossia usare un solo articolo ovvero "la", qualunque sia il numero, singolare o plurale.
    Andrebbe peggio usare l'articolo al maschile perché l'italiano segue regole complicate e ci sarebbe il dubbio se usare "il" oppure "lo". Per i pronomi userei soltanto "io, tu, esso" lasciando che il plurale si faccia con la regola generale... ma questo va meditato accettando anche "noi, voi, essi" per favorire la velocità di parlare.

  • Gli aggettivi ( usati nella forma maschile singolare) non vanno accordati ai nomi ma un aggettivo si riferisce ad un nome soltanto se si trova immediatamente prima del nome a cui si riferisce.
    Il linguaggio semplificato è dunque posizionale per evitare appunto di dover indicare con altri modi la connessione tra aggettivi e sostantivi.

  • I verbi sono coniugati mediante speciali parole determinative che debbono essere anteposte al verbo all'infinito. Normalmente si distinguono i verbi in base al significato classificandoli come predicativi se posseggono significato autonomo o copulativi ( essere, parere, sembrare, nascere, crescere, etc...) ma questo aspetto non tocca la loro riconoscibilità e quindi è inessenziale per la semplificazione.
    I verbi possono essere di genere transitivo o intransitivo e questo ha effetto sulla loro forma che può essere attiva in ogni caso ma eventualmente anche passiva e riflessiva quando il verbo è di genere transitivo.

  • L'italiano classico non evidenzia la differenza tra soggetto e complemento oggetto che esiste solo se il verbo è di genere transitivo.
    Per evitare questa grave ambiguità propongo che, in caso di presenza di un complemento oggetto, il soggetto venga esplicitamente individuato ( e non il complemento oggetto), facendo SEMPRE ( ripeto: SEMPRE ) uso di un pronome appropriato.
    Dunque si potrebbe dire:

    la cane ora morsicare io Giampaolo

    per indicare un evento eccezzionale ossia che sia io a morsicare il cane e non il cane a morsicare me... che si scrive:

    esso la cane ora morsicare Giampaolo

    Grazie a questa regola la costruzione della frase non deve rispettare vincoli posizionali e quindi è più vicina a quella dell'italiano classico in cui è ammesso, magari per ragioni retoriche, mettere il soggetto in fondo alla frase ( tipo : non è mica stupido quel signore ! ).
    Si noti, inoltre, che questa scelta è fatta per evitare errori che un italiano, poco abituato a ricoscere il complemento oggetto, tende spesso a fare ed ancor più un programma informatico che deve, meccanicamente, gestire il significato della frase.
    Dunque...il soggetto della frase deve esistere sempre (divieto di frasi ellittiche) e pertanto, male che vada, a causa dell'obbligo di usare comunque il pronome, ci sarà un eccesso di individuazione del soggetto ma non un vero e proprio errore di interpretazione.
    In esperanto, viceversa, il complemento oggetto va indicato aggiungendo, come suffisso finale, una "n" al sostantivo e ai suoi eventuali aggettivi e questa regola crea la così detta "tortura dell'accusativo" che tormenta chi è abituato a una lingua in cui l'accusativo non va indicato esplicitamente.

  • Per fare il plurale e per specificare il genere opterei per l'uso di "n" ( pronunciato "enne", abbreviazione di numerosi ), "v" ( iniziale di virile ) e "g" ( iniziale di genitrice). Non scelgo i vocaboli "maschio" e "femmina" perché riservo la m e la f ad altri scopi.
    La scelta è dettata dalla necessità di essere sintetici per quanto possibile in una lingua che non consente parole variabili.
    Pertanto si dovrebbe dire:

    esso la n g leone ora allattare la suo n cucciolo

    che suona ovviamente più prolisso del classico "le leonesse allattano i loro cuccioli" essendo "mio, tuo, suo" i soli aggettivi possessivi ammessi.
    Accetto suggerimenti per migliorare ma mi sembra che, date le premesse di invariabilità sia difficile proporre altro senza perdere in logicità e generalità.

  • Ecco la complicata casistica di particelle necessarie per coniugare i verbi ed esprimere la forma passiva nel caso in cui il verbo sia transitivo.
    Non è previsto il congiuntivo perché il congiuntivo ribadisce il fatto che la proposizione è secondaria; ma il fatto che la proposizione è secondaria si desume dall'analisi dell'intero periodo e dunque il congiuntivo è ridondante e dunque non viene usato nell'italiano semplificato.
    Le parole determinative che propongo per coniugare i verbi sono: "ora", "dianzi", "poi", "solito", "ante", "forse", "quando", "mentre", "bisogna", "loro" "tale".
    Le parole determinative possono essere abbreviate usando la loro iniziale :

    a == ante ( per il passato )
    b == bisogna ( per comandare )
    d == dianzi ( per il passato prossimo )
    f == forse ( per il condizionale )
    l == loro ( forma passiva )
    m == mentre ( forma gerundia )
    o == ora ( per il presente )
    p == poi ( per il futuro )
    q == quando ( sostantiva il verbo, participio )
    s == solito ( abituale, continuativo )
    t == tale (forma riflessiva)


    Ecco come andrebbero usate con i tre verbi regolari "amare", "temere" e "servire" appartenenti alle tre coniugazioni dell'italiano classico; essendo tutti e tre verbi transitivi e riflessivi, esiste anche la forma passiva e quella riflessiva sia attiva che passiva

  • INDICATIVO PRESENTE : ora + -infinito-
    io amo == io ora amare; io sono amato == io ora loro amare; io mi amo == io ora tale amare.
    io temo == io ora temere.
    io servo == io ora servire.

  • INDICATIVO PASSATO PROSSIMO: ora dianzi + -infinito-
    io ho amato == io ora dianzi amare; io sono stato amato == io ora loro dianzi amare; io mi sono amato == io ora dianzi tale amare.
    io ho temuto == io ora dianzi temere.
    io ho servito == io ora dianzi servire.

  • INDICATIVO IMPERFETTO: solito + -infinito-
    io amavo == io solito amare.
    io temevo == io solito temere.
    io servivo == io solito servire.

  • INDICATIVO IMPERFETTO PASSATO: solito dianzi + -infinito-
    io avevo amato == io solito dianzi amare
    io avevo temuto == io solito dianzi temere
    io avevo servito == io solito dianzi servire

  • INDICATIVO PASSATO REMOTO: ante + -infinito-
    io amai == io ante amare.
    io temei == io ante temere.
    io servii == io ante servire.

  • INDICATIVO TRAPASSATO REMOTO: ante dianzi + -infinito-
    io ebbi amato == io ante dianzi amare.
    io ebbi temuto == io ante dianzi temere.
    io ebbi servito == io ante dianzi servire.

  • INDICATIVO FUTURO SEMPLICE: poi + -infinito-
    io amerò == io poi amare.
    io temerò == io poi temere.
    io servirò == io poi servire.

  • INDICATIVO FUTURO ANTERIORE: poi dianzi + -infinito-
    io avrò amato == io poi dianzi amare.
    io avrò temuto == io poi dianzi temere.
    io avrò servito == io poi dianzi servire.

  • CONDIZIONALE PRESENTE: forse + -infinito-
    io amerei == io forse amare.
    io temerei == io forse temere.
    io servirei == io forse servire.

  • CONDIZIONALE PASSATO: forse + dianzi + -infinito-
    io avrei amato == io forse dianzi amare.
    io avrei temuto == io forse dianzi temere.
    io avrei servito == io forse dianzi servire.

  • IMPERATIVO: bisogna + -infinito-
    ami tu == tu bisogna amare.
    temi tu == tu bisogna temere.
    servi tu == tu bisogna servire.

  • INFINITO : -infinito-
    amare == amare.
    temere == temere.
    servire == servire.

  • INFINITO PASSATO: dianzi + -infinito-
    avere amato == dianzi amare.
    avere temuto == dianzi temere.
    avere servito == dianzi servire.

  • PARTICIPIO PRESENTE: quando + -infinito-
    amante == quando amare.
    temente == quando temere.
    servente == quando servire.

  • PARTICIPIO PASSATO: quando dianzi + -infinito-
    amato == quando dianzi amare.
    temuto == quando dianzi temere.
    servito == quando dianzi servire.

  • GERUNDIO PRESENTE: mentre + -infinito-
    amando == mentre amare.
    temendo == mentre temere.
    servendo == mentre servire.

  • GERUNDIO PASSATO: mentre dianzi + -infinito-
    avendo amato == mentre dianzi amare.
    avendo temuto == mentre dianzi temere.
    avendo servito == mentre dianzi servire.


  • Ovviamente non è detto che la scelta delle parole determinative ( ovvero chiave) sia quella ottimale.
    Se comunque si vuole poter usare, come abbreviazione, la sola iniziale della parola determinativa occorrerà scegliere le parole determinative in modo che ognuna inizi con una lettera diversa.
    Per esempio nella forma passiva la parola determinativa proposta è loro che, nell'italiano classico, funge prevalentemente da oggetto e non da soggetto.
    A livello di intuitività "io sono amato da loro" potrebbe portare alla frase "loro amano me" che suggerisce la forma dell'italiano semplificato "io ora loro amare" ma potrebbe anche portare alla frase "essi amano me" che in italiano semplificato verrebbe resa meglio usando come parola determinativa essi piuttosto che loro. Preferire essi come parola determinativa associata alla forma passiva, piuttosto che loro, non interferisce con la regola che ogni parola determinativa deve avere una iniziale diversa da quella di tutte le altre; sarà dunque una scelta da farsi quando si vorrà formalizzare stabilmente l'italiano semplificato.
  • In conclusione credo che una lingua così semplificata richieda veramente poca fatica per essere gestita da uno straniero. In fondo quanto va saputo è ...tutto qui.
    Aggiungo che, data la facile e meccanica struttura di questo italiano semplificato o se vogliamo italiano di Tarzan, ritengo facile la realizzazione di programmi capaci di leggerlo e di ... tradurlo in italiano classico o almeno in un linguaggio meno rozzo per i gusti degli individui di madrelingua italiana.
    Credo inoltre che sarebbe molto più facile realizzare un programma che traduca dall'italiano semplificato all'italiano classico che viceversa.
    Comunque, nell'ottica di usare l'italiano semplificato come lingua adatta alla traduzione in altre lingue semplificate ( mettiamo il cinese o l'arabo semplificato ), anche un traduttore un po' zoppicante dall'italiano classico all'italiano semplificato potrebbe essere utile PER VELOCIZZARE QUESTA OPERAZIONE.
    Il testo in italiano classico andrebbe prima di tutto trasformato meccanicamente ( tramite apposito software) in italiano semplificato e successivamente l'utente del programma, esperto di italiano classico, potrebbe apportare gli eventuali ritocchi in modo che il testo in italiano semplificato sia fedele ( a livello di significato) al testo originario in italiano classico.

    Link di interesse


    1 - www.china.org.cn/english/index.htm
    2 - www.china.org.cn/e-learn/china_cn.htm
    3 - english.peopledaily.com.cn/
    4 - french.people.com.cn/Economie/4149214.html

    Appendice

    Le specifice CSS ( Cascade Style Sheets ) qui usate sono le seguenti:
    <style type="text/css" >
    .gg { display: inline-block; text-align: center; line-height:80% }
    .fr { display: inline-block; vertical-align: middle; 
          font-size: 95%; text-align: center;}
    .fr span { display: block; }
    .fd      { padding-top: 0px; }
    .fbig    { padding-top: 0px; font-size: 160%}
    .fsmall  { padding-top: 0px; font-size: 75%}
    .fdb     { padding-top: 0px; border-top:1px black solid; }
    /* --- */
    .f { border-bottom :1px solid }
    .r { border-top:1px solid }
    .nuovapagina { page-break-before:always }
    </style>
    


    Queste indicazioni si stile consentono la scrittura di formule complicate come queste:

    Formula (6.13), pag. 144 dell'Hobson, Efstathiou and Lasenby "General Relativity - An Introduction for Physicists", Cambridge University Press (2006), ISBN 9780521829519.
    Indicando con τ il tempo proprio della particella:
    [1]
    d2xμ2 + Γμν,σ·dxν ·dxσ  = q m0· Fμν·dxν .

    ovvero facendo uso della quadrivelocità uμ ovvero il vettore derivato rispetto al tempo proprio del vettore posizione:
    [2]
    duμ + Γμν,σ·uν·uσ = q m0· Fμν·uν.

    ovvero facendo uso della derivata rispetto al tempo e non di quella rispetto al tempo proprio:
    [3]
    duμdt + Γμν,σ·uν·uσu0 = q m0· Fμν·uνu0.

    Diventa possibile indicare sommatorie o integrali del tipo:

    π4 = k = 0,..∞ ( −1 )k2·k + 1     = Un modo lento di calcolare π
    γ = k = 1,..∞ ( 1k − log( 1 + 1k ) )     = La costante γ di Eulero-Mascheroni.

    I = 0 f(xdx

    Risulta inoltre possibile scrivere un punto o due punti sopra un carattere; si tratta di una convenzione usata in meccanica secondo cui un punto indica la derivata rispetto al tempo ( es. la velocità derivata della posizione) e due punti indicano la derivata seconda rispetto al tempo ( es. l'accelerazione data dalla derivata seconda della posizione ).

    Esempio di frazioni ( 31259 ) oppure di derivate prime o seconde: drdt = v mentre: d2rdt2 = a.
    Posso fare anche il segno sulla radice... √25 = 5
    Ora invece mostro come sovrascrivere un punto o due punti. Due punti con carattere maiuscolo: ..
    T
    e uno o due punti con carattere minuscolo: ..
    r
    come pure .
    r
    .

    γ =
    0.5772156649015328606065120900
    824024310421593359399235988057
    672348848677267776646709369470
    632917467495146314472498070824
    809605040144865428362241739976
    449235362535003337429373377376
    739427925952582470949160087352
    039481656708532331517766115286
    211995015079847937450857057400
    299213547861466940296043254215
    190587755352673313992540129674
    205137541395491116851028079842
    348775872050384310939973613725
    530608893312676001724795378367
    592713515772261027349291394079
    843010341777177808815495706610
    750101619166334015227893586796
    549725203621287922655595366962
    817638879272680132431010476505
    963703947394957638906572967929
    601009015125195950922243501409
    349871228247949747195646976318
    506676129063811051824197444867
    836380861749455169892792301877
    391072945781554316005002182844
    096053772434203285478367015177
    394398700302370339518328690001
    558193988042707411542227819716
    523011073565833967348717650491
    941812300040654693142999297779
    569303100503086303418569803231
    083691640025892970890985486825
    777364288253954925873629596133
    298574739302373438847070370284
    412920166417850248733379080562
    754998434590761643167103146710
    722370021810745044418664759134
    803669025532458625442225345181
    387912434573501361297782278288
    148945909863846006293169471887
    149587525492366493520473243641
    097268276160877595088095126208
    404544477992299157248292516251
    278427659657083214610298214617
    951957959095922704208989627971
    255363217948873764210660607065
    982561990102880756125199137511
    678217643619057058440783573501
    580056077457934213144988500786
    415171615194565706170432450750
    
    Ad un certo punto π ha una sequenza di sei nove consecutivi ossia "999999" che indubbiamente è statisticamente molto insolita...
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