Questa pagina dovrebbe consentire a chiunque calcoli cinematici a prima
vista difficilissimi. In effetti saper gestire correttamente il moto uniformemente
accelerato di una singola particella è la conditio sine qua non per
trattare sistemi di particelle soggette a forze e interazioni arbitrarie sia in meccanica
relativistica che, ovviamente, in meccanica classica. Per la giustificazione teorica delle formule guardare in questa scherzosa paginetta. Accelerazione relativisticaMoto uniformemente accelerato di una particella che nel proprio sistema di riferimento sente una accelerazione costante in direzione e modulo: le grandezze cinematiche osservate da un osservatore in moto inerziale che vede immobile e nell'origine al tempo 0 la particella, sono esprimibili mediante un invariante caratteristico della particella:t = c·sinh( a·s/c2 ) / a x = c2·( cosh( a·s/c2 ) − 1 ) / a v = c·tanh( a·s/c2 ) nota: le funzioni iperboliche cosh( ), sinh( ) e tanh( ) sono definite in Fortran ma non in Javascript dove è necessario esprimerle in funzione dell'esponenziale exp definito come metodo dell'oggetto Math. In pratica: sinh(x) = ( ex − e−x ) / 2 cosh(x) = ( ex + e−x ) / 2 tanh(x) = sinh(x) / cosh(x) = ( ex − e−x ) / ( ex + e−x ) La variabile indipendente s è lo spazio proprio ovvero la distanza percorsa dalla luce nel sistema di riferimento della particella. La particella misura il tempo come tempo proprio ossia con un orologio che si muove solidarmente a lei. Essendo, per definizione nel Sistema Internazionale, c = 299792458 m/s, può essere maggiormente intuitivo usare il tempo proprio τ = s / c come variabile indipendente, dato che τ risulta sempre molto vicino al tempo misurato dall'osservatore inerziale se la velocità della particella è piccola rispetto a quella della luce. In funzione di τ le formule del moto uniformemente accelerato diventano: t = c · sinh( a · τ / c ) / a x = c2·( cosh( a · τ / c ) − 1 ) / a v = c · tanh( a · τ / c ) Introducendo il parametro adimensionale: α = a · τ / c diventano: t = τ · sinh( α ) / α x = c · τ ·( cosh( α ) − 1 ) / α v = c · tanh( α ) Queste formule fanno sorgere difficoltà numeriche quando l'accelerazione propria a è nulla o prossima a zero. Sono dunque preferibili, per valori del parametro adimensionale (a·τ/c) piccoli in valore assoluto, gli sviluppi in serie ossia: t ≈ τ · ( 1 + ( a · τ / c)2 / 6 ) x ≈ ( a / 2 ) · τ2 · ( 1 + ( a · τ / c)2 / 12 ) v ≈ a · τ · ( 1 − ( a · τ / c)2 / 3 ) ossia, facendo uso di α: t ≈ τ · ( 1 + α2 / 6 ) x ≈ τ · c · α · ( 1 / 2 + α2 / 24 ) v ≈ c · α · ( 1 − α2 / 3 ) Sempre in caso di piccole velocità rispetto a quella della luce, può essere utile esprimere i dati cinematici della particella non in funzione del suo tempo proprio ma in funzione del tempo misurato dall'osservatore. Le formule equivalenti sono, in questo caso, le seguenti: τ ≈ t · ( 1 − ( a · t / c)2 / 6 ) x ≈ ( a / 2 ) · t2 · ( 1 − ( a · t / c)2 / 4 ) v ≈ a · t · ( 1 − ( a · t / c)2 / 2 ) In questo caso diventa utile il parametro adimensionale: δ = a · t / c = sinh(α) per cui si può scrivere: τ ≈ t · ( 1 − δ2 / 6 ) x ≈ t · c · δ · ( 1 / 2 − δ2 / 8 ) v ≈ c · δ · ( 1 − δ2 / 2 ) mentre le formule esatte, usabili per δ non piccolissimo, sono: τ = t · log( δ + ( 1 + δ2 )½ ) / δ x = c · t · ( ( 1 + δ2 )½ − 1 ) / δ v = c · δ / ( 1 + δ2 )½ Le componenti del vettore tetravelocità sono: u0 = cosh( a · τ /c ) = cosh( α ) u1 = sinh( a · τ /c ) = sinh( α ) La trasformata di Lorentz necessaria per vedere ferma la particella dopo la fase di accelerazione costante è quindi la seguente (essendo ψ = 1/( 1 + u0 ) ):
ovvero con facili passaggi:
L'espressione della matrice di Lorentz unita a quella della posizione della particella a valle della accelerazione forniscono gli attrezzi di lavoro per il calcolo del moto di una particella di cui si conoscano le accelerazioni proprie e i tempi propri di ciascuna fase di accelerazione. Indichiamo con P(αi, τi ) il vettore colonna ( e con PT il suo trasposto ossia riga) che specifica la variazione della posizione della particella per effetto del parametro accelerativo αi e dell'intervallo di tempo proprio τi durante il quale la particella ha subito l'azione costante di αi. Sia cioè: P( αi, τi )T = [ τi · sinh( αi ) / αi , τi ·( cosh( αi ) − 1 ) / αi ] Si noti che le componenti del vettore P( αi, τi ) sono dimensionalmente omogenee e che la dimensione spaziale è misurata in secondi luce ossia ogni distanza viene specificata tramite il numero di secondi che la luce impiega a percorrere tale distanza. A questo proposito ho il sospetto che potranno rallegrarsi gli americani, i grandi nemici del Sistema Internazionale visto che un nanosecondo luce corrisponde a 29.9792458 cm ossia, circa ad un feet (-ente e puzzolente) ossia 30.48 cm. Gli amanti del S.I. invece potrebbero misurare le distanze in pico-ore-luce ( sarebbero cioè 3.6 ns-luce, nanosecondi-luce); una pico-ora-luce corrisponde approssimativamente ad un metro, ossia esattamente a 1.0792528488 m; peccato che l'ora non sia una unità di misura ufficiale del S.I. Una proprietà importante delle trasformazioni di Lorentz per il moto monodirezionale uniformemente accelerato, è la seguente: L(∑i αi) = ∏i L( αi ) Posto dunque: σ0 = 0 σk = ∑i=1...k αi ; k=1, 2, ... tempi e distanze percorsi dopo m+1 fasi accelerative (essendo m=0, 1, 2...) e riferiti al sistema inerziale iniziale, si calcolano con la seguente formula: Pm = ∑k=0...m L(σk)· P( αk+1, τk+1 ) ; m = 0, 1, 2, Quest'ultima formula può considerarsi la pietra di volta della teoria della relatività per problemi monodirezionali dato che consente di calcolare senza alcuna approssimazione numerica, rigorosamente, la posizione di una particella osservata da un osservatore per cui, all'istante iniziale, la particella sia ferma nell'origine. La traiettoria è completamente nota assegnando, in corrispondenza di tutti gli intervalli di tempo proprio della particella, i valori dell'accelerazione costante durante ogni singolo intervallo. Verifiche numericheNel caso monodirezionale la trasformata di Lorentz (in Javascript: lorentz(u,v)) e la sua antitrasformata ( ossia ulorentz(u,v) ) sono particolarmente semplici:
Siano: Un singolo passo dell'algoritmo è così composto:
L'algoritmo va applicato un congruo numero di volte in modo da coprire a piccoli passi l'intervallo di tempo desiderato. Ecco la funzione che cumula i vari passi:
Il calcolo esatto della posizione, velocità e tempo proprio di una particella inizialmente ferma nell'origine è il seguente:
Per provare: in 84.3 anni di tempo, si percorre la distanza di 83.2 anni luce ma il tempo proprio aumenta di soli 5 anni ossia gli astronauti in 10 anni, accelerando per 5 anni di tempo dal loro punto di vista e decelerando per altri 5, in modo da poter sbarcare su un pianeta che si muove nella galassia ( ossia è praticamente fermo rispetto alla Terra) potrebbero allontanarsi dalla Terra di 166.4 anni luce. |